Torre del Greco. Da dieci giorni è agli arresti domiciliari, accusato di essere la «mente» della compravendita di voti finalizzata a favorire l’elezione del «fraterno amico» Stefano Abilitato in consiglio comunale. Davanti al gip Antonio Fiorentino del tribunale di Torre Annunziata si è avvalso della facoltà di non rispondere, in attesa del verdetto dei giudici del Riesame chiamati a esaminare il ricorso presentato dall’avvocato Romeo Del Giudice per ottenere la revoca della misura cautelare. Ma, intanto, i «riflettori» del procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli – l’ex pm della direzione distrettuale antimafia a cui è stata affidata l’inchiesta sul voto di scambio a Torre del Greco – restano puntati su Simone Onofrio Magliacano, il commercialista con la passione per la politica e il sogno di una poltrona all’interno della giunta guidata dal sindaco Giovanni Palomba.
A 24 ore dal mancato faccia a faccia con il gip del tribunale di Torre Annunziata, infatti, gli investigatori sono tornati in corso Avezzana per un’ulteriore perquisizione al «palazzotto» dell’ex assessore al bilancio di Ciro Borriello. In particolare, gli uomini in divisa avrebbero prima portato via alcuni atti custoditi all’interno dello studio – relativi, secondo indiscrezioni circolate in ambienti giudiziari, a progetti «simili» a Garanzia Giovani – e poi sequestrato lo smartphone in uso al commercialista-politico. Verosimilmente, gli uomini in divisa verificheranno gli eventuali «contatti» avvenuti dopo l’arresto scattato lo scorso 2 aprile: la misura cautelare degli arresti domiciliari, infatti, prevede il divieto di utilizzare il telefono se non per contatti con stretti familiari.
Non solo. Considerato come l’inchiesta resti formalmente aperta non è esclusa la caccia a ulteriori elementi in grado di rafforzare il castello accusatorio costruito in 10 mesi di indagini oppure allargare il cerchio dell’inchiesta.
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