NAPOLI – Si chiama Vincenzo Rossi, ed è un pregiudicato di 22 anni del quartiere Arenella con precedenti per reati legati al fenomeno delle bande giovanili – tra cui un’aggressione con coltello del 2017 – il ragazzo giunto all’ospedale Pellegrini di Napoli nella notte con ferite da proiettile alla caviglia sinistra e alla gamba destra. Rossi tuttavia non risulterebbe legato ad organizzazioni criminali. Il ragazzo – si apprende da fonti investigative – è giunto in ospedale a bordo di una Fiat Idea accompagnato da quattro conoscenti, tutti molto giovani, che hanno riferito di averlo raccolto in via Toledo, nei pressi di Vico Sergente Maggiore, arteria dei Quartieri Spagnoli. Stando alla ricostruzione fornita dai soccorritori della vittima, Rossi stava accedendo al pronto soccorso con l’ausilio del vigilante di guardia al presidio quando nel cortile del complesso ospedaliero è arrivato un uomo con il volto travisato dal casco integrale che senza proferire parola ha esploso diversi colpi di pistola verso la scalinata che introduce ai reparti. Colpi che non sono andati a segno. I Ris dei carabinieri hanno rinvenuto quattro bossoli a terra riconducibili a una calibro 9, sebbene la percezione riferita dai testimoni è che ne siano stati sparati di più. I successivi rilievi dei carabinieri in via Toledo non hanno dato esito: sul posto, infatti, non sono stati rinvenuti né sangue né bossoli. Circostanza che getta un’ombra su quale sia stato l’effettivo teatro del ferimento. Ricoverato all’ospedale Pellegrini, in mattinata il giovane è stato trasferito in un altro ospedale cittadino, il Fatebenefratelli. Non è in pericolo di vita.
Parla la direttrice: siamo in una zona di guerra. La città deve svegliarsi
“Siamo in una zona di guerra. Sparando in un presidio ospedaliero hanno toccato l’anima della sanità”. Lo afferma Maria Corvino, direttrice sanitaria dell’ospedale Pellegrini di Napoli, commentando la sparatoria che è avvenuta questa notte al pronto soccorso del nosocomio in pieno centro. “E’ la prima volta -racconta Corviino che succede una cosa del genere in un pronto soccorso. Gli operatori negli ospedali vengono minacciati, anche aggrediti fisicamente ma mai c’è stata una sparatoria. E’ un evento che non posso descrivere. Posso solo dire grazie a chi ancora lavora stamattina in questo presidio dopo quelo che è successo. Alla proposta che arriva da più parti sul ripristino del drappello di polizia di stato negli ospedali, Corvino spiega: “Il drappello? Sì, ma in questo momento bisogna educare i cittadini. Noi ringraziamo le forze dell’ordine ma la città deve svegliarsi”.
“Uomo a volto coperto ha sparato, un miracolo nessuno colpito”
“Una scena mai vista, lavoro qui al pronto soccorso da anni e alla violenza sono abituato, con parenti di gente ferita in agguati che sfogano la loro rabbia su di noi e sull’ospedale, ma quello che è successo stanotte le ha superate tutte”. A parlare è Peppe, un infermiere che nei turni di notte del pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini di Napoli ha passato la sua vita. “Eravamo tutti intenti a soccorrere il ragazzo ferito, come sempre con l’aiuto di guardie giurate quando si è scatenato l’inferno. Si è intravisto un uomo che a volto coperto ha cominciato a sparare verso di noi. Un miracolo che nessuno sia stato colpito. Qui ci sarebbe bisogno di una vigilanza della polizia h24 ma mi rendo conto delle cose che succedono in città che i poliziotti non possono essere dappertutto”. L’infermiere aggiunge: “mi fa piacere che subito, già dalle prime ore di stamattina in ospedale è arrivato il vertice dell’Asl a portare solidarietà a chi era presente”.
Gli spari potevano colpire chiunque
“Su quella scala del pronto soccorso poteva essere colpito un addetto dell’ospedale, un paziente, Poteva trovarsi chiunque sulla traiettoria di quei proiettili come accaduto a Noemi”. Antonio Eliseo, dirigente del Nursind, il sindacato degli infermieri, all’ospedale Pellegrini di Napoli dove stanotte si è verificata una sparatoria. “Non avevamo mai assistito – spiega – a fatti di questo tipo, parliamo di proiettili sparati ad altezza d’uomo. Come coordinamento regionale del Nursind abbiamo scritto una lettera al governatore De Luca, al prefetto di Napoli e al sindaco de Magistris per chiedere l’immediata attuazione di un tavolo in Prefettura per la sicurezza negli ospedali. L’episodio di stanotte è di una gravità eccezionale, vuol dire che il personale degli ospedali e i pazienti che vengono qui per essere curati non sono in sicurezza. Bene ha fatto il commissario dell’Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva a prendere una dura posizione. Già in precedenza la direttrice sanitaria Corvino aveva richiesto che fosse rimesso il drappello delle forze dell’ordine qui in ospedale”.