L’inchiesta | Terremoto alla vigilia delle Europee
Summit ai domiciliari, dietro le sbarre i protagonisti dello scandalo Avrebbero incontrato persone non autorizzate: incastrati dalle telecamere
Ciro Formisano
TORRE DEL GRECO
Alla vigilia delle elezioni europee, un altro terremoto giudiziario si abbatte sulla politica a Torre del Greco. L’ex consigliere comunale Stefano Abilitato (eletto nella maggioranza del sindaco Giovanni Palomba) e l’ex assessore Simone Onofrio Magliacano, sono finiti in carcere. I due sono stati raggiunti, nella mattinata di ieri, da un’ordinanza di aggravamento della misura cautelare emessa dal gip del tribunale di Torre Annunziata, Antonio Fiorentino, ed eseguita dai carabinieri della caserma “Dante Iovino” di Torre del Greco. Gli uomini in divisa, guidati dal capitano Emanuele Corda, hanno notificato l’atto ai due indagati che nella tarda mattinata, dopo le formalità di rito, sono stati tradotti nel carcere di Poggioreale. Alla base del provvedimento una richiesta firmata dal pubblico ministero Giuseppe Borriello, il magistrato che assieme al procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli e al procuratore capo Alessandro Pennasilico, ha in mano il fascicolo che fa tremare la politica all’ombra del Vesuvio.
L’arresto
A innescare la decisione del gip le «innumerevoli» violazioni commesse, secondo i pm, da Magliacano e Abilitato, entrambi finiti agli arresti domiciliari (agli inizi di aprile) con l’accusa di essere tra i capi dell’associazione per delinquere finalizzata alla compra-vendita dei voti ritratta dalle indagini della procura di Torre Annunziata. A incastrare i due indagati una fitta e articolata attività investigativa messa in piedi dai carabinieri. Attività composta, tra l’altro, dalle immagini riprese da alcune telecamere nascoste nei pressi delle abitazioni di Magliacano e Abiliato. Gli occhi elettronici – così sostengono gli inquirenti – avrebbero immortalato incontri e summit tra alcuni soggetti non autorizzati ad incontrare gli arrestati. Magliacano e Abilitato, in quanto ristretti ai domiciliari, non avrebbero potuto avere contatti con nessuno, se con i più stretti familiari. Ai presunti protagonisti dell’inchiesta è contestato, inoltre, anche l’utilizzo di strumenti elettronici come computer e cellulari per contattare con l’esterno. Una serie di presunte violazioni che hanno spinto il giudice per le indagini preliminari a disporre il trasloco in carcere per i due indagati. Dopotutto, proprio nelle pagine dell’ordinanza “madre”, quella eseguita agli inizi di aprile, lo stesso gip aveva definito la misura cautelare degli arresti domiciliari a carico di Magliacano e Abilitato (misura richiesta dalla procura) «appena, appena sufficiente» ritraendo i due come «scaltri e pericolosi» a dispetto del loro status da incensurati.
L’indagine resta aperta
L’ennesimo colpo di scena in un’indagine ancora aperta che potrebbe travolgere anche altri soggetti finora non lambiti dalla eco dello scandalo. Nelle carte messe insieme dall’ex pm Antimafia, Pierpaolo Filippelli, ci sono decine di nomi di politici, alcuni dei quali eletti alle ultime elezioni. Per gli inquirenti il voto che ha portato al rinnovo del consiglio comunale sarebbe stato pesantemente condizionato da un diffuso e capillare sistema di compravendita dei voti. Un sistema di cui avrebbero fatto parte anche Magliacano, nelle vesti di sponsor elettorale, e Abilitato, mister 927 preferenze ed ex punta di diamante della coalizione che ha portato Giovanni Palomba a vincere le elezioni. Secondo i pm Magliacano e Abilitato – per comprare le preferenze davanti al seggio di corso Garibaldi – si sarebbero serviti di un gruppo di aspiranti netturbini capitanati da un ex testimone di giustizia che tra l’altro è anche il figlio di un camorrista del clan Ascione-Papale ucciso in un agguato nel 2003 a Ercolano. In cambio della promessa di un’assunzione a tempo determinato all’interno della ditta Nu, Magliacano e Abilitato avrebbero finanziato la compravendita delle preferenze. Un’ipotesi investigativa raccapricciante raccontata attraverso i racconti degli stessi protagonisti. I netturbini pentiti, infatti, hanno confessato di aver lavorato come compravoti alle ultime elezioni comunali, ribadendo, allo stesso tempo, che soltanto in quel seggio erano attivi almeno altri sei gruppi che acquistavano preferenze per conto di altri politici, alcuni dei quali eletti in consiglio comunale. Racconti che – associati ai nuovi risvolti investigativi di questi giorni – potrebbero chiudere il cerchio dell’inchiesta, arrivando a travolgere anche altri soggetti rimasti sinora nell’ombra. Un’ipotesi che se confermata potrebbe rappresentare un’altra palata di fango sull’immagine della città. Un altro duro colpo alla credibilità della politica all’ombra del Vesuvio.
©riproduzione riservata GLI INDAGATI ECCELLENTI
Nel dettaglio le accuse contestate ai due ex politici finiti al centro dell’inchiesta sul voto di scambio a Torre del Greco.
LO SPONSOR
Simone Onofrio Magliacano, ex assessore, avrebbe sponsorizzato la campagna elettorale di Abilitato in cambio – sostengono i pm della promessa di entrare in giunta. E’ anche accusato di aver finanziato la compravendita delle preferenze gestita dagli aspiranti netturbini guidati da Massella.
IL GOLDEN BOY
Stefano Abilitato è stato eletto, alle ultime elezioni comunali, con oltre 900 preferenze in una delle liste a sostegno della candidatura del sindaco, Giovanni Palomba. Abilitato è accusato, assieme a Magliacano, di essere tra i protagonisti della presunta associazione per delinquere finalizzata al voto di scambio scoperta dai pm di Torre Annunziata.