Torre del Greco. Il Comune è un disastro, i politici guidati dal sindaco Giovanni Palomba puntano il dito contro i funzionari accusati di rallentare procedure e programmi eppure i dirigenti d’oro dell’ente di palazzo Baronale portano a casa – insieme a stipendi capaci di sfiorare i centomila euro lordi all’anno – la bellezza di 81.000 euro e spiccioli a titolo di «indennità di risultato». Esattamente: un tesoretto come «premio» per il raggiungimento degli obiettivi fissati per i rispettivi settori. Un evidente controsenso in una città in cui – a partire dal servizio di raccolta dei rifiuti per finire alle politiche sociali, passando per i lavori pubblici e la polizia municipale – non funziona assolutamente nulla. Ma la realtà dei numeri si rivela decisamente amara per le casse di palazzo Baronale.
L’anno delle disgrazie
Il provvedimento firmato da Domenico Borriello – responsabile del settore risorse umane – si riferisce all’anno 2017. Ovvero all’annus horribilis di Torre del Greco, finita agli «onori» delle cronache nazionali per l’arresto del sindaco Ciro Borriello, accusato di intascare mazzette da 20.000 euro al mese dai vertici della «ditta di casa» dei Fratelli Balsamo per la gestione del business Nu all’ombra del Vesuvio: erano gli inizi di agosto e – a distanza di due settimane dallo scandalo – si insediò in municipio il commissario straordinario Giacomo Barbato, non propriamente l’uomo della svolta per la quarta città della Campania. Eppure, a dispetto degli oggettivi passi indietro registrati in città, i dieci dirigenti all’epoca incaricati di guidare i rispettivi settori della macchina comunale avrebbero – alla luce delle «indennità di risultato» riconosciute con la determina dirigenziale approvata lo scorso 20 giugno – tutti, o quasi, centrato i propri obiettivi.
I numeri da record
A «promuovere» i vari capi-settore dell’ente di palazzo Baronale sono stati i componenti dell’organismo collegiale indipendente di valutazione della performance, incaricati di giudicare i «cervelloni» del Comune e le relative prestazioni. Prestazioni, evidentemente, giudicate «eccellenti» per tre dirigenti dell’ente di palazzo Baronale: l’architetto Giuseppe D’Angelo – fresco di conferma dell’incarico, decisa dal sindaco Giovanni Palomba – l’architetto Michele Sannino e il dottore Massimiliano Palumbo, il responsabile del settore tributi pronto a portare avanti una vera e propria crociata anti-elusione e anti-evasione. Ai tre «secchioni» sono stati riconosciuti bonus per 11.468,65 euro a cranio. L’ex assessore All’epoca in cui era «semplice» riferimento del settore urbanistica, Vincenzo Sannino – l’ex assessore ai lavori pubblici costretto alle dimissioni dopo i quattro avvisi di garanzia ricevuti in 10 mesi – riusciva, a giudicare dai numeri, a incidere maggiormente sull’andamento delle opere pubbliche. Per i «risultati» ottenuti nel 2017 – l’anno dell’ascensore in villa ko e dei problemi al basolato delle strade oggetto degli interventi di restyling finanziati dai fondi europei – l’ingegnere del Pd si è visto riconoscere la bellezza di 7.168,09 euro solo a titolo di «premio». Stessa somma portata a casa da Salvatore Visone, il comandante dei vigili urbani finito in varie occasioni – insieme a tutti i caschi bianchi del comando di largo Costantinopoli – al centro di polemiche e proteste. Disinvoltamente ignorate dai componenti dell’Oiv. Pronti a riconoscere il sostanzioso bonus da 7.168,09 euro anche a Raffaele Scognamiglio – l’ex responsabile delle politiche sociali poi cacciato dal commissario straordinario – e a Giovanni Mennella, all’epoca responsabile di condono edilizio e ambiente, non propriamente due fiori all’occhiello del Municipio. Identica la cifra portata a casa da Domenico Borriello e Luisa Sorrentino, la «sergente di ferro» con importanti parentele nel Pd.
La maglia nera
A rovinare le super-performances dei colleghi è stato Ernesto Merlino, a cui sono stati riconosciuti solo 4.300 euro di bonus. D’altronde, visti gli stipendi d’oro, l’ex plenipotenziario del Comune non si strapperà i capelli.
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