Dal suo coffee shop nel cuore di Amsterdam sarebbero stati organizzati gli accordi per inondare di cocaina la provincia di Napoli. Un asse che avrebbe coinvolto clan e narcos di primo piano: dagli Amato-Pagano, gli scissionisti di Secondigliano, ai Tamarisco di Torre Annunziata. Figura centrale di questo sistema è Raffaele Imperiale, il boss latitante amante del lusso che nella sua villa a Ponte Persica teneva appeso a un muro un quadro di Van Gogh dal valore inestimabile. Il super narcos di Castellammare di Stabia, ritenuto uno dei principali broker dello spaccio al servizio della camorra, è stato tirato in ballo, ieri mattina, nel corso di un processo che si è svolto al tribunale di Torre Annunziata. A fare il suo nome è stato Claudio Scuotto, collaboratore di giustizia ed intermediario al servizio dei narcos del rione Poverelli. Scuotto, legato a doppio filo alla camorra napoletana, è stato il protagonista assoluto dell’ultima udienza del processo che vede imputate 15 persone. Si tratta di uno dei filoni processuali innescati da un’inchiesta che ha portato alla condanna, in abbreviato, personaggi di punta dell’organizzazione capitanata dai Tamarisco. Inchiesta che ha svelato come i “Nardiello” avessero importato ingenti carichi di droga usando come base il porto di Salerno.
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