In 126 anni di vita ha sfamato reali e scugnizzi, presidenti americani e aborigeni australiani e messo d’accordo, davanti a un piatto fumante, bambini e adulti di tutto il mondo. Ora la pizza napoletana rivendica la corona dell’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità. L’arte dei pizzaioli napoletani è l’unica candidata italiana in corsa e la petizione per la sua incoronazione, lanciata dall’ex ministro Alfonso Pecoraro con la fondazione Univerde e dall’Apn-Associazione piazziuoli napoletani, sfiora i 700 mila sottoscrittori. L’obiettivo è raggiungere entro marzo un milione di firme così, a dare manforte al più amato dei piatti italiani, arriva la carica degli artigiani. Lunedì 22 pomeriggio la Cna-Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa presenterà a Napoli la sua adesione alla campagna, che già vede l’appoggio di associazioni come la Coldiretti e la Confesercenti, di celebrità, politici, chef e vanta persino la benedizione papale.
CRONACA
21 febbraio 2016
“Pizza sia patrimonio umanità”, 700mila sottoscrizioni