Gli avevano promesso tremila euro ma ne ebbe solo ottocento perché aveva ucciso la persona sbagliata: è quanto emerge dalle indagini dei carabinieri della compagnia di Torre del Greco (Napoli) relative all’omicidio di Salvatore Barbaro, vittima innocente della camorra, assassinato sette anni fa per mano di Vincenzo Spagnuolo. Barbaro venne assassinato a colpi di pistola calibro 9 perché viaggiava a bordo di una Suzuki Swift, una vettura uguale a quella del vero obiettivo, il boss Ciro Savino, del clan Birra Iacomino. I capi del clan pagarono ugualmente il sicario, che agì con un complice in sella a uno scooter, perché venne ritenuto responsabile dell’errore lo “specchiettista”, cioè colui a cui era stato affidato il compito di indicare l’obiettivo. Barbato venne trucidato nei pressi di un ingresso degli scavi archeologici di Ercolano (Napoli). Sulla sorte dello “specchiettista” i collaboratori di giustizia sono stati vaghi. Dalle intercettazioni telefoniche dei carabinieri è emerso che la sera dell’omicidio la fidanzata del mandante chiese al suo uomo, Natale Dantese, se quel giorno avessero festeggiato: l’uomo, seccato, risposte che era meglio lasciare cadere l’argomento.
CRONACA
24 febbraio 2016
Ercolano. Uccise persona sbagliata, killer pagato 800 euro invece di 3mila