Era finito nella rete dei clan a cui aveva chiesto aiuto. Vittima di un sistema, quello usuraio, che lo avrebbe divorato se non avesse chiesto aiuto. E così ha fatto e ieri, per la terza volta, il suo coraggio ha permesso di far scattare le manette ai polsi di Salvatore Gallo, 26 enne di Torre Annunziata. Un nome non di certo nuovo alle cronache: lui, nipote di Pasquale alias “o’ Bellillo”, fondatore della cosca dei Cavalieri e figlio del ras Francesco Gallo, entrambi attualmente detenuti in carcere. Il ruolo di Gallo era uno: prestava denaro a quell’imprenditore chiedendo poi la restituzione con un interesse del 5%. Il tasso dell’usuraio aveva intrappolato il giovane imprenditore che si era rivolto all’esponente del clan Gallo esclusivamente e per assurdo per riuscire a pagare il debito che nel frattempo, e sempre per un prestito aveva nel frattempo chiesto anche al clan Gionta. Insomma una ragnatela che lo aveva incastrato tanto però da chiedere aiuto.
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