Omicidio Varani, non combaciano le versioni di Marco Prato e Manuel Foffo, entrambi interrogati oggi a Regina Coeli. “Manuel ha confermato che è stato Marco a dare il colpo finale e lo ha ribadito oggi con dovizia di particolari” ha affermato Michele Andreano, legale di Foffo, uscendo dal carcere, come riporta il quotidiano La Repubblica. “Non è stato Marco Prato ad infliggere il colpo finale, la coltellata al cuore a Varani” ha sostenuto dall’avvocato Pasquale Bartolo, difensore del trentenne arrestato per l’omicidio del Collatino.
Nel carcere di Regina Coeli a Roma è stata infatti la giornata degli interrogatori di garanzia dei due universitari arrestati per la morte del 23enne torturato e massacrato a coltellate e colpi di martello durante un festino a base di alcool e cocaina in un appartamento al Collatino, periferia est di Roma, “solo perché volevamo uccidere per vedere che effetto faceva”, come ha ammesso Foffo agli inquirenti. I due, accusati di omicidio premeditato, hanno risposto alle domande del gip Riccardo Amoroso. Il giudice ha poi convalidato i fermi ma senza contestare la premeditazione.
“C’era un contesto sessuale ma il movente non è ancora uscito fuori. Il mio assistito continua a ripetere che non sa perché lo hanno fatto” ha ripetuto oggi Andreano. Secondo quanto riferito dall’avvocato, “le cose non sono andate come è stato detto fino ad oggi. Manuel ha confermato che al momento del delitto erano solo loro due. Ha indicato tanti e tanti testimoni che sono andati all’interno di questa abitazione. Qualcuno è arrivato ed andato via, gente è stata chiamata ma non è andata”.
Entrando nel carcere romano, Andreano aveva già detto: “Come primo atto chiederò l’esame tossicologico per il mio assistito, per valutare il livello di sostanze stupefacenti presenti nel suo corpo. Oggi, comunque, il pensiero va alla famiglia di Varani per la tragedia che li ha colpiti”. Poi intervenendo a La Zanzara su Radio 24, aveva aggiunto: “Manuel è un consumatore abituale di cocaina, quello che si dice un cocainomane. In questa vicenda la cocaina ha avuto un ruolo fondamentale, senza non avrebbero ucciso”. Ieri il legale aveva annunciato che avrebbe chiesto la perizia psichiatrica per Manuel e che il giovane si era profondamente pentito.
Quanto a Prato, “si è mostrato pentito e sta come può stare un ragazzo che ha appena tentato il suicidio – ha affermato Pasquale Bartolo, legale di Prato, fuori dal penitenziario romano – So che ha scritto una lettera prima di tentare il suicidio, dei messaggi ma non so nulla” perché è stata sequestrata e “non ho gli ancora gli atti”.
I due amici si erano conosciuti a dicembre. Prima di attirare Varani in casa, Manuel, studente fuoricorso di Giurisprudenza figlio di ristoratori, e Marco, anche lui universitario, avevano passato già due giorni consumando cocaina che avevano acquistato per circa 1.500 euro. “C’è stato quasi un tacito accordo tra me e Marco che ha messo un farmaco nel bicchiere di Luca, lui ha bevuto e si è sentito male – ha ricostruito Manuel Foffo nel verbale – Qui Marco lo ha aggredito, io ho recuperato il martello che abbiamo usato e forse sono stato io a trovare anche i due coltelli. Luca non è mai riuscito a resistere alle nostre violenze”. Perché i due studenti gli avevano reciso le corde vocali per non farlo gridare dopo averlo stordito con un martello e una mistura di farmaci e metadone, come ritengono gli inquirenti della procura di Roma.