Fratture, abrasioni, ustioni e lividi in più parti del corpo: sono le ferite riscontrate sul corpo di Giulio Regeni quando è stato sottoposto ad autopsia in Egitto. A confermare l’esistenza di queste lesioni è stata ieri la Procura generale della repubblica araba di Egitto nel corso di un incontro durato oltre due ore e mezzo tra il procuratore generale Nabil Ahmed Sadek con il procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone e il pm Sergio Colaiocco. A provocare le lesioni sono stati i colpi inferti con corpi solidi e strumenti dalla superficie ruvida. A loro volta i magistrati romani hanno spiegato ai loro interlocutori l’esito dell’autopsia fatta a Roma dal consulente della Procura Vittorio Fineschi che ha messo in luce le lesioni attraverso esame radiologico e tac. Nell’incontro al Cairo si è discusso delle indagini in corso sull’uccisione di Regeni e, secondo quanto si è appreso, le autorità egiziane hanno assicurato la massima collaborazione con le nostre autorità senza tralasciare alcuna pista investigativa anche se gli accertamenti toccheranno ambienti legati alle forze dell’ordine. Tra quanto concordato anche un incontro, probabilmente prima di Pasqua, a Roma tra le polizie egiziane e italiane. In attesa dell’incontro, secondo gli accordi presi, continueranno a rimanere in Egitto i componenti del gruppo investigativo Ros e Sco che da più di un mese sono al lavoro al Cairo.
CRONACA
15 marzo 2016
Omicidio Regeni, Procura egiziana: “Sul corpo ustioni e fratture”