Erano accusati di violenze sessuali di gruppo su una loro amica, tre giovani bresciani, per un fatto accaduto nella Pasqua del 2008 in una casa ai Lidi, nel Ferrarese. Vennero arrestati, messi in carcere e processati, ma assolti. Completamente. Tanto da ottenere oggi oltre 13mila euro ciascuno per ingiusta detenzione. E adesso la Corte di Cassazione ha definitivamente chiuso la vicenda: «L’incubo è davvero finito per i tre ragazzi, perché assolti anche agli effetti civili dall’accusa di violenza sessuale di gruppo con il riconoscimento dell’indennizzo per la ingiusta detenzione subita e a tutt’oggi non ancora pagato dal Ministero», commenta uno dei loro legali Claudio Maruzzi che li ha difesi assieme all’avvocato Andrea Frigo di Brescia. A darne notizia è, sul portale del quotidiano “La Nuova Ferrara”, lo stesso legale poichè, spiega, «credo sia socialmente utile e conforme ai principi di civiltà non solo giuridica, che su vicende giudiziarie i media diano conto anche dell’epilogo, soprattutto quando esso rovescia totalmente le prime decisioni giudiziarie, in particolare quelle che dispongono, ingiustamente, misure cautelari».
Un incubo per i tre giovani che durava dal luglio 2008, quando vennero arrestati, con ordinanza del gip di Ferrara, dopo la denuncia di una loro amica minorenne per “stupro di gruppo”, nel weekend pasquale a Lido delle Nazioni in una casa di proprietà di uno dei tre ragazzi. Un incubo scandito dalle varie fasi: prima tribunale del riesame di Bologna che nel marzo del 2009 annullava per mancanza di gravi indizi l’arresto e la Cassazione confermava, dichiarando inammissibile il ricorso della Procura di Ferrara.
Accuse che non hanno retto per le «fortissime ambiguità, contraddizioni e illogicità del racconto della ragazza- spiega il legale – oltre che dell’anomalia del comportamento della stessa». «Nell’abitazione – ricorda il legale citando gli atti – era presente anche il fidanzato della ragazza, che durante il presunto stupro dormiva e che non avrebbe saputo nulla della presunta violenza. E inoltre la denuncia fu presentata solo tre mesi dopo i fatti, dopo che la ragazza aveva continuato tranquillamente a frequentare i tre ragazzi, nella compagnia comune e anche da sola, come se nulla fosse avvenuto». I tre ragazzi, scontarono ben 26 giorni di carcere e dopo l’assoluzione del gip di Ferrara, Piera Tassoni, nel 2010, “perché il fatto non sussiste”, questa non fu impugnata da procura di Ferrara, nè procura generale di Bologna.
E ancora, la Corte di Appello di Bologna nel gennaio 2014 respinse l’impugnazione dell’assoluzione agli effetti civili, da paret di ragazza e madre e la Corte di Cassazione, il febbraio scorso ha messo la parola fine alla vicenda, dichiarando inammissibile i ricorso delle parti civili. Alla fine i tre sono stati risarciti per ingiusta detenzione con 12.262,64 a testa, il doppio previste dalle norme – informa il legale – «per le conseguenze sul piano personale derivate dalla ingiusta detenzione, per la loro incensuratezza e per l’eco mediatico suscitato nel Bresciano». «A tutt’oggi, – conclude l’avvocato Maruzzi – a distanza di otto anni dai fatti e quasi due anni dal definitivo accoglimento dell’indennizzo, esso non risulta ancora corrisposto: la civiltà di un paese si misura anche attraverso questi dati».