Sono la paura di chi si sente sempre straniero, di chi vive con la preoccupazione di occupare un appartamento abusivo, e l’allarme mediatico per il terrorismo, le emozioni alla base delle vigliacche rapine di una banda di finti poliziotti che da alcuni giorni spadroneggiano in uno dei quartieri più poveri di Milano, formato da varie palazzine popolari abitate prevalentemente da arabi. I rapinatori, con “magliette della polizia” e “documenti” si presentano spavaldi, con pistole spianate, urla e porte sfondate. I residenti, molti dei quali sono abusivi (pur se in regola con il permesso di soggiorno), hanno paura a denunciarli ma il tam-tam del ‘suk’ ha fatto emergere la notizia. Siamo nel cosiddetto quartiere arabo di San Siro, la zona di case Aler che piazzale Segesta, a Milano, divide da quella ‘bene’ di palazzine e ville di lusso del quartiere residenziale. Gli episodi, almeno tre, sarebbero accaduti la settimana scorsa e con lo stesso modus operandi: tre-quattro persone che si presentano alla porta urlando ‘Siamo della Polizia’, si fanno aprire dicendo di dover fare “perquisizioni”, e poi mettono gli appartamenti a soqquadro portando via soldi e ori. “Parlano italiano – spiega una donna che torna dal mercato rionale, in via Preneste – e non sono dei nostri, non capiscono l’arabo”. Uno riguarderebbe una anziana marocchina, una famiglia di tre persone, marito moglie e bambina di sei anni, e una un commerciante egiziano. “Sono entrati in casa di un mio connazionale, un marocchino che vive con la moglie e la figlia – racconta un’immigrata che vive in via Preneste – Lui diceva di non avere soldi e allora hanno puntato la pistola alla tempia della bambina e lui ha tirato fuori da un cassetto 700 euro, tutti i suoi risparmi”. Un quarto episodio – dove però nessuno si è presentato come poliziotto – sarebbe avvenuto in via Ricciarelli (altra strada multietnica della zona) ai danni del titolare arabo di un piccolo negozio. In quell’occasione l’uomo è stato minacciato con una pistola in un parcheggio, intorno alle 22, dopo aver chiuso l’attività: i banditi gli hanno frugato in tutta l’auto in cerca dell’incasso che non aveva con sé, poi si sono allontanati. Almeno in un caso, ma non ci sono al momento conferme ufficiali, uno dei rapinati, l’egiziano, avrebbe chiamato le forze dell’ordine. “Qui molti sono abusivi – conferma un venditore a una bancarella – non denunciano perché hanno paura di perdere la casa, anche se sono in regola con il soggiorno. Colpiscono qui perché siamo deboli”.
CRONACA
29 marzo 2016
Milano. Banda di finti poliziotti incubo di un quartiere