Conservieri contro produttori agricoli, per il pomodoro San Marzano Dop è guerra “dell’oro rosso”, ma anche dibattiti continui, posizioni di facciata e battaglia sotterranea per allargare la produzione ai danni soprattutto della trasparente coltivazione e chiara informazione ai consumatori. La guerra del pomodoro San Marzano in corso in queste settimane con i Conservieri dell’Anicav e della Camera di Commercio da una parte, gli agricoltori, gli Enti locali, il Consorzio di Tutela del San Marzano e la Coldiretti dall’altra, si arricchisce di nuove posizioni, con impegni di facciata, richieste di difesa del prodotto, ma soprattutto – ed è questa la vera novità di tutta la vicenda – con un nuovo documento tenuto segreto finora, con un esplicito impegno dei conservieri dell’Anicav per dare vita ad una etichetta “IGP” del Pomodoro San Marzano che possa permettere di allargare l’area di produzione.
Finora i conservieri, sia nelle riunioni con Coldiretti, sia nelle posizioni ufficiali all’interno del “Consorzio per la tutela del Pomodoro San Marzano Dop dell’Agro Nocerino Sarnese”, dove detengono il controllo degli organi di amministrazione – ufficialmente si erano detti – anche con un deliberato ufficiale – per il sostegno del marchio Dop. Mentre invece, i produttori agricoli, insieme ai Comuni che hanno deliberato ufficialmente e qualche esponente di Coldiretti, avevano già chiesto la tutela non solo del prodotto lavorato (caro ai conservieri) ma anche del prodotto fresco (più vicino ai coltivatori)
In verità, adesso emerge chiaramente che l’intenzione degli industriali e tutt’altra. Un modo per poter produrre pomodoro San Marzano (non più DOP ma solo IGP) in regioni differenti da quelle ufficiali del Consorzio, esportare il San Marzano IGP sui mercati internazionali, senza dover sottostare alle rigide regole del DOP.
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