SALERNO – Controlli, anche utilizzando i tabulati delle conversazioni sul suo telefono portatile, per individuare chi abbia frequentato durante la permanenza di due mesi nel salernitano. E accertamenti tesi a verificare contatti o viaggi nello stesso periodo in altre località sul territorio italiano, in cui è giunto a fine gennaio in auto dal valico del Brennero, oppure all’estero verso cui probabilmente voleva recarsi lasciando la Campania dove sarebbe rimasta la moglie in attesa della nascita del loro primogenito. La Questura di Salerno così impegnata a stringere il cerchio sul 40enne algerino Djamal Eddine Ouali, arrestato sabato pomeriggio a Bellizzi con l’accusa di aver falsificato i documenti per i terroristi kamikaze di Bruxelles. Al setaccio, in particolare, i luoghi dove lavorava. Mentre non sono stati ufficialmente interrogati i familiari della moglie e gli amici che frequentava. Attività investigativa al fine di comprendere se si sia avvalso di complici per eventuali attività illecite sul territorio italiano o per coprire la propria fuga rispetto al mandato di arresto europeo emesso lo scorso 23 sicembre in Belgio dalla procura federale di Bruxelles,ma diramato il 6 gennaio a tutti gli stati dell’Unione europea, per “partecipazione a organizzazione criminale dedita alla produzione di carte di identità e patenti false”e “favoreggiamento all’immigrazione clandestina”. Reati che, secondo l’accusa, avrebbero avuto come fine quello di aiutare gli esponenti dell’Isis attivi in Europa.
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