Ha dato fuoco, improvvisamente, alle suppellettili della sua cella nel carcere di Asti, ma per fortuna sono state contenute le conseguenze di questo gesto di follia. E’ accaduto ieri pomeriggio e a darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. Vicente Santilli, segretario regionale Sappe per il Piemonte aggiunge che “l’autore è un detenuto originario di Caserta di 31 anni, in isolamento e con fine pena 2022 per reati di associazione mafiosa. Davvero inspiegabile il suo gesto, se non riconducibile evidentemente a qualche disagio psichico reale o simulato. Per fortuna, grazie anche al tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari non vi è stata alcuna conseguenza per gli altri detenuti e per gli stessi agenti di Polizia Penitenziaria”.
Donato Capece, segretario generale del Sappe, sottolinea che “anche il grave episodio accaduto nel carcere di Asti conferma la costante tensione detentiva che continua a caratterizzare le nostre carceri. Ai disagi ed allo stress operativo per il Personale di Polizia Penitenziaria come conseguenza di costanti e continui eventi critici, le carceri sembrano essere moderni lazzaretti, nei quali almeno una patologia sanitaria è presente nel 60-80% dei detenuti. Ciò vuol dire che almeno due detenuti su tre sono malati. Tra le malattie più frequenti quelle infettive, che interessano il 48% dei presenti: a seguire i disturbi psichiatrici (32%), le malattie osteoarticolari (17%), quelle cardiovascolari (16%), problemi metabolici (11%) e dermatologici (10%). Spesso, è solo la Polizia Penitenziaria, con le sue donne ed i suoi uomini in prima linea 24 ore al giorno, a confrontarsi con questi disagi e con le conseguenze che questi producono”.