“Perchè il commissariamento? Perchè esautorare i poteri del Comune? Perchè eliminare la democrazia – si chiede de Magistris – Andiamo a leggere l’art. 33 nella sua versione originale: si andava a creare una commistione fra coloro che noi avevamo individuato fra i soggetti inquinanti che potevano agire con poteri commissariali e dall’altro i soggetti privati, i soggetti attuatori che erano poi individuati anche fra i proprietari dei suoli in Bagnoli”. Per de Magistris, anche “dalle indagini preliminari, da alcune intercettazioni e dal compendio investigativo della Procura” sulle vicende del petrolio in Basilicata viene fuori “una commistione fra centri di potere politico, imprenditori, gruppi che da anni stanno operando anche nel territorio lucano. Dieci anni fa – ha aggiunto ricordando l’inchiesta “toghe lucane” da lui condotta come pm – si discuteva della stessa cosa: del petrolio in Val d’Agri, dei finanziamenti pubblici, della commistione fra politica, pezzi di istituzioni, affari, criminalità organizzata”. “La verità – aggiunge de Magistris – è che la denuncia che ha fatto l’amministrazione comunale di Napoli ha smascherato l’operazione. Abbiamo messo in evidenza quali erano gli
interessi privati, la commistione che c’era fra l’operazione del Governo attraverso il decreto legge e gli interessi privati determinati. Il sindaco di Napoli – ha aggiunto – non è contro la libera impresa e i privati, è contro la commistione, la collusione, il rapporto fra potere politico e prenditori, tra potere politico e proprietari dei suoli predeterminati, fra potere politico e chi ha inquinato”. “La giunta comunale precedente – ricorda de Magistris – non si costituì neanche parte civile e di quella giunta faceva parte Valeria Valente”, ora candidata del Pd alla carica di sindaco di Napoli. “Oggi – afferma de Magistris – il Presidente del Consiglio, con questa attività di forte propaganda politica, forse vuole nascondere le responsabilità del passato, la vergogna del passato, o forse nascondere le primarie del Pd di Napoli. Vuole mettere la sua faccia, bene – aggiunge de Magistris – però deve rispondere: cosa è accaduto quel giorno,
quando io chiamai, a fine agosto 2014, l’allora sottosegretario Delrio?”. “Quindi – continua il sindaco di Napoli – confermo quello che
ha detto Renzi, che si sta assumendo la responsabilità politica dello Sblocca Italia. Ma cosa ha sbloccato? – si chiede de Magistris – Finora non ha sbloccato niente, ha solo bloccato, ha bloccato il rilancio di Bagnoli su cui noi stiamo lavorando da
anni”. “Noi collaboriamo a tutti i livelli istituzionali – continua de Magistris – e voglio smentire chi dice che il sindaco è
isolato e arroccato: noi collaboriamo ogni giorno con tutti i livelli istituzionali del nostro paese”. “Probabilmente – aggiunge de Magistris – se avesse ascoltato questo sindaco, gli avrei illustrato cosa c’era nell’art.33, cosa è accaduto dietro l’art.33, e probabilmente avremmo capito se il Presidente del Consiglio sapeva fino in fondo quali sono gli interessi. Noi vogliamo rilanciare Bagnoli. E per questo voglio incontrare il Presidente del Consiglio”. “Anche su quello che deciderà la cabina di regia, anche nel
caso in cui il Presidente del Consiglio deciderà di non avere alcuna interlocuzione con il Comune di Napoli, si tornerà in
conferenza dei servizi. Sono assolutamente persuaso che difenderemo la città da ogni tentativo di speculazione. Su questo abbiamo già vinto perchè abbiamo già smascherato. Il re è nudo. Abbiamo detto cosa c’è dietro. Questa è una grande vittoria della città”.
CRONACA
4 aprile 2016
“Il re è nudo”: De Magistris attacca Renzi