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Terrore a Napoli. Indagini sul raid alla Sanità, l’obiettivo era il boss
CRONACA
23 aprile 2016
Terrore a Napoli. Indagini sul raid alla Sanità, l’obiettivo era il boss
metropolisweb

Le indagini sul duplice omicidio del rione Sanita’ a Napoli partono da tre certezze. La prima: il reale obiettivo del raid era Giuseppe Vastarella, pluripregiudicato di 41 anni, fratello dei boss Raffaele e Patrizio, attuali reggente dell’omonimo clan. La seconda: i killer, quattro su due scooter di grossa cilindrata, non erano del quartiere ma venivano da ‘fuori’. La terza: una cosca della zona ha dato appoggio logistico ai sicari ed ha fatto la cosiddetta ‘filata’ segnalando la presenza del gruppo di uomini all’interno del circolo al civico 139 di via Fontanelle. Nel raid sono stati esplosi almeno venti colpi e usate diverse armi, una delle quali non ha lasciato a terra bossoli. I sicari hanno mirato a Giuseppe Vastarella, colui il quale, secondo la Dda di Napoli che sta seguendo l’indagine con un pool di tre magistrati, era ritenuto uno dei reggenti del gruppo criminale che gestiva le ‘piazze’ dello spaccio, gia’ protagonista nel settembre del 2014 di una scorribanda armata al rione Sanita’, voluta proprio per impadronirsi del quartiere a scapito dei Sequino legati ai Buonerna-Mazzarella di Forcella, agli Spina-Esposito, legati ai Lo Russo, e ai Savarese, ex Misso e del tutto autonomi. una frammentazione che ha visto prevalere i Vastarella, ma questa nuova ‘forza’ avrebbe dato ‘fastidio’ ad un gruppo di emergenti di Miano, zona della periferia nord di Napoli, gia’ protagonisti di diversi agguati negli ultimi mesi al rione Don Guanella, che con l’appoggio di un gruppo del quartiere, avrebbe spazzato via in un sol colpo l’intera cosca che ha anche amicizie forti e accordi con i Licciardi di Secondigliano. Questo perche’ oltre a Giuseppe ha perso la vita anche suo cognato Salvatore Vigna, e sono rimasti feriti Dario, nipote di Giuseppe; Antonio, figlio di Luigi e nipote anch’egli della vittima, e Alessandro Ciotola, ritenuto contiguo alla cosca. I tre sono fuori pericolo ed hanno avuto prognosi di venti giorni. 

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