“Le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil di REGGIO Calabria, “in relazione agli ‘orrori’ sanitari emersi nell’operazione denominata ‘Mala Sanitas’, plaudono, con assoluta convinzione, all’azione prodotta dalla Procura di REGGIO guidata da Federico Cafiero de Raho, esprimendo nel contempo, il proprio ringraziamento ai tre esperti magistrati titolari del fascicolo di indagine, Gaetano Paci, Roberto Di Palma e Anna Maria Frustaci ed, altresi’, alla Guardia di finanza che operativamente ha fatto emergere e soprattutto fermato un vero e proprio ‘sistema sanitario patologico’”. E’ quanto si legge in una nota dei sindacati. “Eppure – prosegue la nota – non erano mancate le segnalazioni e le denunce sindacali anche specifiche, frettolosamente etichettate quali inutili, pericolose ed isolate derive sindacali destinate solo ad allarmare irresponsabilmente l’opinione pubblica. Non si puo’ rimanere silenti di fronte a cotanto allarme sociale ed a quello che gli stessi inquirenti non hanno esitato a definire uno ‘scenario terribile ed una vicenda di assoluta gravita” dove ‘e’ emerso uno spaccato di una gravita’ inaudita in una citta’ che gia’ soffre profondamente la presenza della ‘ndrangheta, della criminalita’ che opera come un sovrano ed occupa il territorio. Qui e’ emerso che venivano calpestati i valori della vita umana e sociale da chi e’ invece deputato ad assicurare la salute della gente’. Il sindacato prende atto del disastro sanitario perpetrato da una istituzione la cui mission e’ invece una delle piu’ nobili, delicate e complesse che insistono nella nostra societa’, e registra lo scoramento, il disorientamento e l’indignazione della popolazione dell’intera provincia. Cgil, Cisl e Uil, alla luce dei fatti denunciati, non possono che stigmatizzare il comportamento di quanti preposti al controllo delle attivita’ sanitarie che si svolgono sul territorio si sono colpevolmente defilati. Non c’e’ ombra di dubbio che per realizzarsi lo scempio sanitario che oggi appare in tutta la sua plastica e volgare eloquenza molte sono state le complicita’ e le acquiescenze, errato sarebbe fermarsi alle responsabilita’ di un singolo settore o di una particolare professione. Come e’ stato possibile che si sia verificato un corto circuito imponente e nessuno si sia accorto di nulla? Come non sospettare che quanto emerso possa interessare altri settori della sanita’ cittadina e provinciale? Bisogna ricordare che il problema non e’ solo di ordine giudiziario, ma assume valenza morale e civile di grande portata delle cui conseguenze si deve fare carico l’intera societa’. Nessuno di noi ha fatto il proprio dovere fino in fondo, nessuno si puo’ chiamare fuori ‘guardandosi il c…’. Quindi, a queste domande di giustizia e sicurezza sociale non si risponda ricorrendo a frasi fatte o di circostanza, e’ il momento di dimostrare vero rispetto nei confronti di quanti inopinatamente hanno sofferto e soffrono per tali aberrazioni, soprattutto donne e bambini”. “E’ il momento – concludono Cgil, Cisl e Uil – di non dimenticare archiviando facilmente cio’ che gli inquirenti hanno evocato parlando degli orrori commessi ad Auschwitz dal dr. Mengele e di non delegare alla sola magistratura la bonifica di un settore che piu’ di altri merita cure urgenti non piu’ rinviabili”.
CRONACA
24 aprile 2016
Intercettazioni shock: “Usciva una fontana di sangue ah ah ah”. I sindacati, troppe complicità