«Al diavolo l’estetica se poi non arrivano i risultati». Lo direbbe Simeone – tecnico dell’Atletico Madrid e ideatore del Cholismo – senza troppi giri di parole. Un po’ meno Sarri che, a chi gli ha chiesto di questa nuova filosofia, ha risposto di «preferire la banca». D’altronde, il gioco che ha architettato col Napoli è uno dei più belli della A. La sua squadra diverte, attacca di continuo, prova ad andare in rete anche quando il tabellone segna pochi minuti al termine della gara. Il Napoli assemblato dal tecnico toscano – che per tutti era solo un provinciale – equivale a una macchina perfetta tra triangolazioni, giro palla rapido, tocchi di prima e un palleggio fatto di memoria. Senza ombra di dubbio, è questa la miglior squadra dell’era De Laurentiis nei suoi 10 anni trascorsi all’ombra del Vesuvio. E, oltre all’estetica, ci sono i numeri a confermarlo: attualmente sono 79 quelli ottenuti dagli azzurri, il risultato migliore di sempre. Sarri ha superato anche Mazzarri e Benitez che, negli anni 2012-13 e 2013-14, chiusero il campionato a 78. Il Napoli dell’ex Empoli ha raggiunto record su record, anche quello del maggior numero di vittorie in Serie A: sono 24 i successi dei partenopei che ora hanno puntato anche a migliorare il bottino gol. Nel 2013-14 gli azzurri ne hanno segnati 77 in campionato, mentre ora sono 76 in attesa dell’ultima gara che andrà in scena al San Paolo contro il Frosinone, mentre sono già 102 se si considerano tutte le competizioni giocate. Numeri che testimoniano la rivoluzione “sarriana” avviata a Napoli in ogni singolo reparto: le soddisfazioni sono arrivate anche dalla difesa, quella che s’è riscoperta bunker dopo l’addio del tecnico spagnolo. Il Napoli ha subìto 32 reti, mai così poche con De Laurentiis nella massima serie. E Sarri, per la prima volta in nove stagioni in A, potrebbe tra l’altro chiudere il campionato imbattuto al San Paolo.
Insomma, il lavoro minuzioso del toscano è tutto racchiuso nei traguardi tagliati a poco a poco. La sua scrupolosità, la sua attenzione al dettaglio, così come la cura maniacale per la difesa hanno permesso al Napoli di trasformarsi in una corazzata. Una corazzata che avrebbe potuto anche vincere lo scudetto, sottratto dalla Juventus per la quinta volta di fila nella sua storia. Forse, però, per Sarri non restano nemmeno i rimpianti: il Napoli, nonostante il calo naturale dal punto di vista fisico e mentale, è stato quasi costante. Con una vittoria domenica al San Paolo, gli azzurri eguaglierebbero gli stessi punti del girone d’andata, ovvero 41.
Al Napoli va riconosciuta una grande stagione, nonostante qualche sbavatura evitabile. Ha dovuto fare i conti con i cannibali della Juventus che sono tornati a perdere contro l’Hellas Verona domenica scorsa dopo sei mesi. Però, di certo, a Sarri vanno solo complimenti e applausi. In quello che doveva essere un anno zero, la città partenopea è tornata a sognare come ai tempi di Maradona. E i suoi sforzi sono racchiusi tutti in una frase: «Ho faticato per arrivare in A, ora voglio la Champions».