Erano pronti a compiere attentati terroristici in Italia e in Europa e avevano ritratto in foto alcuni obiettivi le 3 persone fermate oggi. Ne sono convinti i carabinieri dei Ros, del Nucleo investigativo del Comando provinciale e i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Bari. Due fermi – uno per terrorismo e l’altro per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – sono stati eseguiti in Puglia, nel Cara di Bari e a Foggia, nei confronti di un uomo che aveva appena ritirato il permesso di soggiorno da rifugiato e che era in procinto di partire. Si tratta di un pakistano e di un afghano.
I Carabinieri del Ros di Milano hanno arrestato un altro pakistano. “Il ricercato è stato fermato – dice Alfano all’Adnkronos – in Porta Romana nell’ambito delle indagini di Bari. Adesso si è completata l’operazione antiterrorismo”. Ci sono altri 2 ricercatiche, però, secondo quanto emerso dalle indagini, si trovano già in Afghanistan.
Nei cellulari e in altri apparecchi elettronici sequestrati ci sono le fotografie di Londra, Roma e Parigi. Anche se la maggior parte tuttavia riguarda proprio il capoluogo pugliese dal quale sarebbero passati tutti e 5 gli indagati, soggiornando nel centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Palese. Tra le foto anche le immagini dei veicoli militari ad alta mobilità e di fucili mitragliatori Ak 47 imbracciati da uno degli indagati. Ci sono anche le immagini del porto di Bari e di mezzi militari italiani.
Gli investigatori, nel corso della conferenza stampa, hanno spiegato che allo stato attuale non risulta che gli indagati hanno fatto attività di proselitismo nel centro di accoglienza. “Non mi risulta assolutamente che fosse imminente un attentato in Italia”, ha precisato il procuratore capo di Bari Giuseppe Volpe aggiungendo: “Questa indagine non nasce, come a volte succede, da input che vengono dai servizi ma dall’osservazione attenta di personaggi sospetti sul territorio da parte della nostra polizia giudiziaria, in particolare dai carabinieri di Bari”.
Uno dei due fermi è stato eseguito nel Cara di Bari. Il secondo fermo, a quanto si apprende, è stato eseguito a Foggia nei confronti di un uomo che aveva appena ritirato il permesso di soggiorno da rifugiato e che era in procinto di partire.
Tutti e cinque avevano ottenuto nei mesi scorsi la protezione umanitaria o sussidiaria. Lo scorso 16 dicembre i carabinieri erano intervenuti nell’Ipercoop di Santa Caterina a Bari dopo la segnalazione della presenza sospetta di quattro stranieri. Uno di loro stava facendo un video del centro commerciale con il cellulare. Uno dei presunti terroristi indagati dalla Dda di Bari si era fatto un selfie con il sindaco del capoluogo pugliese, Antonio Decaro, durante la cosiddetta ‘Marcia degli Scalzi’ del 10 settembre 2015, una manifestazione organizzata in tutta Italia per solidarietà con i cittadini migranti. L’indagato era presente alla manifestazione e durante la marcia chiese ad Antonio Decaro di fare una foto insieme. L’inchiesta è coordinata dai pm Pasquale Drago, capo dell’Antimafia distrettuale, e Roberto Rossi.
Nei cellulari sequestrati sono state trovate immagini di armi, di militanti talebani, file audio scaricati dal web con preghiere, proseliti e indottrinamenti di matrice islamica radicale, video con tributi ai parenti e amici detenuti nel campo di prigionia di Guantanamo.
Uno dei due afghani ricercati avrebbe mantenuto collegamenti telematici stabili con un noto sito talebano, scaricando video e proclami inneggianti alla jihad e fotografie raffiguranti un noto capo carismatico talebano, ucciso durante un raid dell’aviazione statunitense, il 13 ottobre 2015.
L’uomo, 30 anni, munito di un permesso regolare di soggiornovenne fermato insieme ad altri tre connazionali, uno regolare e due richiedente asilo e per questo domiciliati presso il centro richiedenti asilo di Palese, il 16 dicembre del 2015 mentre erano intenti ad effettuare riprese video all’interno di un centro commerciale in zona Santa Caterina da una pattuglia della compagnia ‘San Paolo’ durante un normale servizio di prevenzione.
Ieri sera a Bari e Foggia, i carabinieri hanno eseguito due provvedimenti di fermo di indiziato di delitto a carico di altrettanti afghani, ritenuti responsabili di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Un altro afghano 28enne insieme al primo aveva effettuato sia il filmato nel centro commerciale, sia una ripresa video dell’area d’imbarco, accessibile solo a seguito di check-in, dell’aeroporto di Bari–Palese. Entrambi poi sono rientrati in patria in aereo il 18 dicembre, due giorni dopo il controllo.
Inoltre sul conto di uno dei due stranieri in attesa di asilo, un 23enne afgano, è stata documentata la disponibilità, in Gran Bretagna, di un’arma d’assalto (tipo M16). L’inchiesta ha tra l’altro messo in luce gli stretti contatti esistenti tra i 3 indagati, un pachistano 25enne e un altro 29enne afghano.
Il primo, regolare, in Italia, l’altro, in attesa di permesso di soggiorno, sarebbero stati attivi nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di connazionali, mediante l’offerta, dietro lauti corrispettivi in denaro, di sostegno logistico, in ordine alla possibilità di regolarizzare la loro posizione in Europa attraverso documenti contraffatti, nonché sul reperimento di luoghi di dimora e titoli di viaggio aerei per muoversi nel continente.
E’ stata adottata una misura restrittiva d’urgenza, in quanto il 29enne afgano, nella mattinata di ieri, ha ricevuto il riconoscimento di rifugiato e ha manifestato l’intento di recarsi in Calais (Francia), dove risulta avere una dimora stabile e gestire i predetti traffici illeciti. In relazione ai due afgani rientrati nel Paese d’origine, saranno avviate le procedure di internazionalizzazione dei provvedimenti emessi nei loro confronti, attraverso gli ordinari canali di cooperazione di polizia.
“Prendiamo le distanze da questo ennesimo episodio che, ancora una volta, mette in cattiva luce il vero popolo islamico, quello che ripudia odio, terrore, violenza, guerra e sangue”. Lo afferma Sharif Lorenzini, presidente della Comunità Islamica d’Italia (Cidi), vice presidente della Comunità Islamica di Puglia, vice Presidente del Consiglio Supremo dell’Islam in Italia (Csi), a proposito dell’operazione antiterrorismo condotta a Bari dai carabinieri e dalla Dda. “Nei confronti delle forze dell’ordine esprimiamo sentimenti di ringraziamento. Perché, sapere che sono stati assicurati alla giustizia persone passate da Bari e presunte affiliate ad un’organizzazione con finalità di terrorismo internazionale – sottolinea Lorenzini – tranquillizza l’intera comunità islamica pugliese”.