Un unico giorno per votare, sia per le amministrative del prossimo giugno che per il referendum costituzionale di ottobre. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, fa un passo indietro sulla proposta annunciata pochi giorni fa di aprire le urne anche lunedì 6 giugno e il 20 giugno per l’eventuale ballottaggio. “Di fronte a polemiche pretestuose e strumentali” ha precisato il titolare del Viminale nel corso del consiglio dei ministri di oggi “sia riguardo i costi sia riguardo a chissà quali strategie occulte che sarebbero state alla base di questa mia iniziativa – valuto opportuno lasciare le cose così come stanno”. Nessun decreto quindi in Cdm si voterà quindi solo domenica. Al tavolo del Cdm il ministro ha infatti spiegato che voleva dare risposta “a una istanza che mi veniva rappresentata da più parti e cioè di ampliare la partecipazione al voto e ridurre i rischi di astensione dalle urne. Esigenza che, tra l’altro, mi era stata rappresentata in prima battuta proprio da quei partiti di opposizione che, in questi giorni, ne hanno poi approfittato per attaccare il Governo su presunte paure presenti e future”. E sui costi dell’operazione Alfano non ha mancato di rispondere anche l’ex premier Enrico Letta che oggi alle pagine di Repubblica ha affidato i suoi dubbi sulla manovra definendola costosa. “In più non sarebbe stata di centoventi milioni di euro – ha attaccato Alfano – ma l’incremento sarebbe stato di circa cinque milioni di euro per le amministrative e di circa diciotto per il referendum”. Rilievi e perplessità, riferiscono fonti politiche, sarebbe state espresse dallo stesso Quirinale, soprattutto per i due giorni dedicati al referendum. Dalle opposizioni si è alzato, come previsto, un coro unanime contro il governo e il ministro. Per Deborah Bergamini “meno si vota e più Renzi è contento. Un governo non eletto, nato da strategie occulte, sottomette Paese, popolo e diritto di voto”. Tagliente il tweet di Renato Brunetta: “A questo punto Tso per tutti, da Renzi ad Alfano. Italiani sapranno giudicare questi dilettanti”. Dalla parte di Alfano si schierano invece i colleghi di partito con Paola Binetti che accusa le opposizioni di una “violenza verbale degna di miglior causa, dalle opposizioni si è sottolineata l’inopportunità dei costi aggiuntivi che la giornata in più avrebbe comportato”. La portavoce di Ncd, Valentina Castaldini, precisa “la decisione del ministro Alfano di mantenere l’election day, nonostante l’aggravio dei costi non sarebbe stato eccessivo, si è resa necessaria per evitare le strumentalizzazioni di una opposizione irresponsabile”.
politica
16 maggio 2016
Comunali, retromarcia del Governo: si voterà solo domenica