È un uomo distrutto, Pietro Loffredo papà della piccola Fortuna. Ma soprattutto è un uomo disorientato da molti dubbi. In studio da Barbara d’Urso nel corso della trasmissione “Pomeriggio 5”, mentre scorrono alcuni disegni mai visti della bimba, il papà della piccola prende la parola «Non si sa ancora la verità, nulla è ancora chiaro» ha detto l’uomo in studio rievocando il rapporto con la bimba. «All’epoca – ha aggiunto – ero ancora in carcere, ma la sentivo al telefono tramite l’assistente sociale, di lei ricordo un forte abbraccio durante un permesso, fu fortissimo, pensavo che lei avesse capito che ero suo padre, era come mi volesse dire qualcosa». «Ogni permesso la vedevo un’oretta, ogni volta andavo a trovarla e poi è successo…». Poi sottolinea: «Raimondo (Caputo ndr) ha fatto tante cose cattive, ma su questo caso non so, probabilmente era già di sotto quando è morta. Se stava giù bisogna ricominciare tutto da capo, un omicidio orribile». Ma la prova c’è e, quindi, ci sarà il processo. Ma ci sono anche divergenze che potrebbero tirare in ballo altre persone, altri “colpevoli” della morte di Fortuna Loffredo, la bimba violentata e uccisa a sei anni al Parco Verde di Caivano. Le bimbe, le sue amiche, nella seconda udienza dell’incidente probatorio hanno raccontato quanto successo quella maledetta mattina del 24 giugno 2014. Hanno parlato di Fortuna, di Raimondo Caputo, l’uomo in carcere in quanto accusato della morte e degli abusi della bimba. Ma, soprattutto la migliore amica di Fortuna, non ha tirato in ballo la sua mamma, compagna di Caputo, a differenza di quanto raccontato negli interrogatori precedenti. E questo aspetto non convince nessuno, nè l’accusa, nè la difesa. Non convince, su tutti, la mamma di Fortuna che dice senza se e senza ma: «La bimba copre la madre».
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