È iniziato questa mattina, davanti alla Corte d’Assise di Roma, il processo per la morte di Marco Vannini, avvenuta la notte del 17 maggio 2015 a Ladispoli. A rispondere di omicidio volontario in concorso un’intera famiglia: Antonio Ciontoli, sua moglie Maria, i figli Martina e Federico; la fidanzata di quest’ultimo, Viola Giorgini, è accusata solo di omissione di concorso.
I giudici hanno messo agli atti le consulenze medico legali e balistiche e sono state depositate le liste testimoniali di parte civile e difesa, sulle quali i giudici si esprimeranno il prossimo 18 luglio.
Marco Vannini è morto l’ano scorso a 21 anni mentre si trovava a casa della fidanzata Martina. Questo è l’ultima informazione certa, perché poi le ricostruzioni fatte dalla famiglia sono discordanti rispetto ad altre informazioni acquisite nel corso delle indagini. Marco eè stato colpito da un colpo di pistola sparato dall’arma che Ciontoli, sottufficiale di Marina, teneva in casa, nascosta nella scarpiera; il ragazzo è stato colpito alla spalla destra da un proiettile che ha ferito anche il polmone e il cuore.
Secondo gli inquirenti, il giovane si sarebbe potuto salvare se i soccorsi fossero stati attivati tempestivamente. Quando il ragazzo era già stato raggiunto dal proiettile, invece, il 118 venne contattato dai Ciontoli ma per due volte la telefonate non descrissero la reale portata del problema.