“Suggestioni” è la parola che Claudio Salvagni, legale di Massimo Bossetti, ripete più volte nella sua arringa per sostenere l’innocenza del suo assistito, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio. “Non abbiamo bisogno di suggestioni, ma di certezze”, ripete nell’aula al piano terra del tribunale di Bergamo. Se l’unica certezza sulla morte della 13enne di Brembate è che il corpo “è stato sicuramente rimaneggiato”, il resto “è una marea di dubbi”. Per il difensore è suggestivo pensare che 15 giorni dopo il delitto di Yara, Bossetti abbia comprato un metro cubo di sabbia per coprire il cadavere – “è una follia pensare che sia tornato lì con il rischio di restare impantanato nel campo” di Chignolo d’Isola; così come tirar fuori eventuali amanti per costruire l’immagine di ‘sex offender’. Nella sua vita, che è stata scandagliata, non è stata travata un’amante ma abbiamo bisogno che quest’uomo diventi perverso in tutto e per tutto”-. La vita di Bossetti è lavoro, casa e famiglia, questi sono dati concreti, il resto – conclude Salvagni – sono congetture”.
CRONACA
27 maggio 2016
Caso Yara. “Bossetti non è un ‘sex offender’