SCAFATI – Appalti nel settore delle pulizie e gestione dei videopoker. Spuntano fuori nomi di imprenditori eccellenti legati alla politica scafatese nelle oltre 490 pagine di verbale che, lo scorso febbraio, Alfonso Loreto junior ha reso ai pm dell’Antimafia di Salerno, Giancarlo Russo e Maurizio Cardea. Tra questi c’è sicuramente Teodoro “Bruno” Di Lallo, proprietario di una fabbrica conserviera, titolare di un bar di via Dante Alighieri e suocero di Raffaele Sicignano, attuale assessore al Bilancio del Comune di Scafati. L’industriale, in ordine temporale, risulta essere la prima vittima di un’estosione contestata al nuovo collaboratore di giustizia e a suo padre, la primula rossa dei cutoliani, Pasquale. A spiegare nei dettagli il legame è “Fonsino”. «Il rapporto con Di Lallo nasce perché Pasquale Loreto era già molto amico di Teodoro, detto “Bruno”. Noi lo chiamavamo “Bruno”. Quindi io presi questo appalto per affidamento diretto per una chiamata di mio padre all’inizio».
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