“Diritti alla meta, diritti alla felicità”. È con queso slogan che si è svolto, a Napoli, il Mediterranean gay pride. In prima linea il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, Antonello Sannino, presidente Arcigay di Napoli e l’attrice Cristina Donadio, Scianel nella fiction Gomorra. Tanti gli attivisti da tutta Italia e le bandiere e gli slogan: dalle famiglie Arcobaleno all’orgoglio trans. Quello di Napoli è il primo corteo Pride dopo l’approvazione della legge sulle Unioni civili. Un corteo per rivendicare i diritti del mondo gay ma anche per per attraversare un quartiere della periferia, Bagnoli. E’ a Napoli che oggi pomeriggio si è svolto il primo gay pride dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili. E se da un lato il clima era quello di festa, dall’altro il clima e’ stato anche di lotta: per andare oltre le unioni civili con la legalizzazione dei matrimoni e per dire no alla omotransfobia che ancora c’eè. In prima linea il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che ha incassato in diverse occasioni il sostegno della comunità gay e che anche oggi ha ribadito il suo no al “mani sulla citta’ e su Bagnoli che deve essere libera”. Una posizione, la sua, urlata a fine giornata dal palco del gay pride dove rivolgendosi al commissario di governo Salvatore Nastasi, ha detto un netto “stai a casa”. Tanti, anche quest’anno gli adolescenti. Under ventenni che al governo, al Paese, hanno chiesto di fare di piu’. “Io ho fatto outing a tredici anni. Ora ne ho sedici e continuero’ a vivere la mia sessualità senza problemi perche’ è cosi’ che gente deve capire e che la societa’ puo’ cambiare”, ha detto Agnese. Un corteo, quello di oggi, che con un minuto di silenzio ha voluto ricordare anche la violenza che viene messa in atto nei confronti dei trans. E’ stata infatti ricordata la ‘Piccola Ketty’, la trans sgozzata qualche mese fa proprio a Bagnoli. Un corteo simbolico, quello di oggi, anche per un altro aspetto: per la prima volta, infatti, non si e’ svolto sul lungo mare di Napoli, ma in periferia, a Bagnoli. E per la prima volta gli attivisti hanno varcato l’area della ex Nato