“Fumo marijuana per meditare”. Lo ha dichiarato al giudice un tabaccaio 30enne di Toritto arrestato in flagranza con più di 50 grammi di droga e subito scarcerato anche sulla base delle sue spiegazioni sul possesso dello stupefacente. L’uomo è stato arrestato dalla polizia ferroviaria in stazione perché trovato in possesso di 8 grammi di marijuana. Nella successiva perquisizione domiciliare gli agenti hanno sequestrato altri 60 grammi della stessa sostanza.
Processato per direttissima dinanzi al giudice del tribunale barese Anna Perrelli, l’uomo ha dichiarato di essere “cultore della religione rastafariana”. Ha spiegato di aver allestito nella sua casa una stanza adibita alla meditazione, dove c’è un giradischi con il quale ascolta la musica rasta e dove fuma per meditare. La fede religiosa del rastafarianesimo ha fra i suoi precetti l’utilizzo della marijuana come erba medicinale, ma anche come erba meditativa, apportatrice di saggezza, ausilio alla preghiera. Tra le caratteristiche dei fedeli rasta c’è poi la consacrazione del proprio capo, e dunque l’astensione dalla tonsura e dalla pettinatura, generando cosi le celebri trecce, lunghe e dure ciocche annodate che caratterizzano la chioma di molti fedeli, come quella del 30enne di Toritto.
Durante la perquisizione gli agenti avevano inoltre trovato a casa dell’uomo buste in plastica ritenute finalizzate al confezionamento della droga e che invece il 30enne ha spiegato essere destinate all’imballaggio di borse nuove che egli vende nella sua tabaccheria. Il giudice – sulla base dell’interrogatorio e valorizzando l’assenza di precedenti penali dell’uomo, assistito dagli avvocati Luca Bruno e Fabrizio Del Rosso – ha convalidato l’arresto, ma non ha applicato alcuna misura cautelare disponendone l’immediata rimessione in libertà con rinvio al 5 ottobre per la discussione del processo con rito abbreviato.