Il parlamento giapponese ha votato oggi un emendamento al codice civile che riduce a 100 giorni, rispetto ai sei mesi attuali, il periodo nel quale una donna divorziata non può risposarsi, dando così seguito a una sentenza della Corte suprema di fine 2015. Il nuovo testo stabilisce, inoltre, che la donna può evitare questo divieto se esibisce un certificato medico in cui dimostra di non essere incinta al momento ella separazione. La regola, che la Corte suprema ha giudicato incostituzionale, risale al XIX secolo e viene giustificata con la necessità di tutelare la paternità nel caso in cui vi sia una gravidanza generata nel periodo immeditamente precedente al divorzio. Il tribunale di vaglio costituzionale ha spiegato che un ritardo superiore ai 100 giorni è irragionevole.
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1 giugno 2016
Giappone, matrimonio lampo per le donne divorziate