L’ipotesi di un avvelenamento da monossido di carbonio fuoriuscito dal motore viene considerata la piu’ probabile dopo i risultati preliminari dell’autopsia dopo la morte dell’imprenditore genovese Stefano Bertona, 45 anni, e della giovane russa Leyla Sultangarewa, 28 anni, i cui corpi senza vita sono stati trovati domenica a bordo di uno yacht a Roses in Costa Brava. I medici legali, riferisce il quotidiano catalano Diari di Girona, prediligono questa pista. Non viene per ora del tutto scartata l’ipotesi che sulla loro morte abbia influito un cocktail di droga e alcol, precisa il giornale. Le definitive certezze verranno nei prossimi giorni dai risultati degli esami tossicologici su campioni di sangue e tessuti. A bordo dello yacht di 12 metri la polizia avrebbe trovato droga. La coppia aveva lasciato il porto di Genova il 28 maggio. Dopo un primo scalo a Marsiglia, aveva fatto tappa sabato a Rosas. Bertona, un broker nautico, e Sultangarewa erano scesi a terra per cenare in un ristorante del porto. Sono stati visti in vita per l’ultima volta mentre tornavano a bordo. Domenica un impiegato del porto si e’ avvicinato alla barca per chiedere se la coppia intendesse restare un secondo giorno. Attraverso un finestrino ha visto il corpo di un uomo accasciato sul pavimento e ha chiamato la polizia. Gli inquirenti intendono determinare ora se un guasto del motore possa avere causato la morte dei due passeggeri dello yacht.
CRONACA
7 giugno 2016
Il giallo di Stefano, trovato morto tra sex toys e droga: era sullo yacht con una russa