Silvio Berlusconi “ha rischiato di morire, è arrivato in ospedale in condizioni molto severe e preoccupanti e ne era consapevole”. Non ha usato mezzi termini il medico personale di Silvio Berlusconi, Alberto Zangrillo, nel descrivere le condizioni in cui è arrivato il leader di Forza Italia all’ospedale San Raffaele domenica scorsa, dopo aver votato per le amministrative a Roma “disubbidendo” in parte ai consigli dello stesso Zangrillo. E infatti la diagnosi è grave: insufficienza della valvola aortica, patologia che comporta un intervento a cuore aperto con circolazione extra corporea per sostituire la valvola usurata con una biologica. Tutto è iniziato la notte fra sabato e domenica scorsi, quando Berlusconi dopo aver avvertito forti dolori ha chiamato Zangrillo che ha subito intuito la gravità della situazione. “Era da qualche giorno che si sentiva stanco, ma Berlusconi è un uomo che non si risparmia e, nonostante si sentisse veramente male, ha preferito esercitare il suo diritto-dovere di voto a Roma, prima di raggiungerci”, ha dichiarato Zangrillo. L’intervento sarà eseguito dal professore Ottavio Alfieri, direttore della cattedra di cardiochirurgia del San Raffaele, entro metà della prossima settimana e avrà una durata di circa 4 ore. Terminata l’operazione, che presenta rischi medi di insuccesso pari al 2-3%, Berlusconi sarà ricoverato in rianimazione per un paio di giorni per poi essere trasferito, salvo complicazioni, in un normale reparto di degenza. La riabilitazione del leader di Fi durerà circa un mese, dopodichè e, se tutto andarà per il meglio, “potrà tornare a fare quello che vuole”, anche se lo stesso Zangrillo, come fa da tempo, gli ha “sconsigliato” di tornare a fare il leader politico e di fare comizi. Inevitabile, invece, procedere con l’intervento perchè la patologia che ha colpito Berlusconi, se non curata, porta alla morte “entro un anno nel 10% dei casi”. Quanto alla reazione e agli umori del leader di Fi, Zangrillo ha assicurato che “l’ha presa con grande coraggio e determinazione. Esaurita la fase necessaria di comprensione e metabolizzazione del problema non ha avuto il minimo dubbio e si è affidato in modo pieno alla nostra responsabilità”. Proseguono intanto le visite all’ex Cavaliere. Mentre l’ex braccio destro Denis Verdini, fondatore di Ala in nome dell’alleanza con Renzi sulle riforme, è arrivato al San Raffaele ma non è stato ricevuto, oggi oltre ai figli e Fedele Confalonieri è stata la volta dell’avvocato Ncolò Ghedini, di Gianni Letta, di Adriano Galliani.
CRONACA
9 giugno 2016
BERLUSCONI. I medici: “Ha rischiato di morire, è arrivato in ospedale in condizioni preoccupanti”