In risposta all’attacco della notte scorsa a Tel Aviv, in cui sono stateuccise almeno 4 persone e 16 ferite, tre delle quali in gravi condizioni, il governo israeliano ha sospeso tutti i permessi concessi ai palestinesi per recarsi in Israele durante il Ramadan: si tratta in tutto di 83mila permessi per andare a trovare familiari che vivono in Israele.
Sono stati sospesi anche i permessi per i palestinesi di Gaza che intendono recarsi al monte del Tempio per pregare. La decisione è stata annunciata dopo una riunione tra il premier Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Avigdor Lieberman e il capo delle Forze Armate, il generale Gadi Eisenkot Netanyahu ha parlato di”assassinio a sangue freddo da parte di terribili terroristi”.
“Abbiamo discusso una serie di misure offensive e difensive che adotteremo contro questo grave episodio che costituisce per noi una sfida a cui risponderemo”, ha poi aggiunto il premier.
I media hanno diffuso le identità dei due palestinesi arrestati: Muhammad e Khalid Muhamra, entrambi di 21 anni e originari di Yatta, villaggio della Cisgiordania vicino ad Hebron. Sono entrati illegalmente in Israele ma non hanno precedenti.
I militari di Tel Aviv hanno fatto irruzione nella casa di uno dei due e interrogato i familiari, mentre le agenzie di sicurezza stanno cercando di determinare come siano riusciti ad entrare in Israele. La polizia ha trovato un’auto nel quartiere di Bnei Brak che si sospetta appartenga agli assalitori.
Il coordinatore delle attività del governo nei territori, il generale Yoav Mordechai, ha annullato 204 permessi di lavoro ai membri della famiglia degli assalitori. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annunciato “un’azione decisa” per i individuare i responsabili dell’attacco, il terzo che ha avuto vittime compiuto a Tel Aviv quest’anno.