SALERNO – Kebab, panini messicani, pite greche, hot dog, piatti libanesi, sushi, ma anche caldarroste a maggio e frutta esotica. Scompare dal centro storico di Salerno la tradizione enogastronomica. A lanciare l’allarme la Coldiretti, a difesa dell’identità alimentare che rischia di sparire dalle strade e dalle piazze del centro cittadino. “Negli anni abbiamo registrato una metamorfosi della città – spiega il presidente di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio – sono andate scomparendo le botteghe tradizionali e i ristoranti tipici che ormai si contano sulle dita di una mano e hanno preso il sopravvento attività che propongono solo cibo straniero. Nulla contro chi decide di investire rischiando con attività di ristorazione ma a questa smisurata crescita si accompagna una preoccupante perdita del radicamento territoriale e un impoverimento della varietà dell’offerta, ma anche uno scadimento qualitativo con cibi molto spesso di dubbia provenienza. Dobbiamo purtroppo verificare una omologazione verso il basso che distrugge le distintività della nostra enogastronomia”. Il risultato è che anche a Salerno, come in molte altre città italiane, è più facile trovare un kebab che un panino con la classica milza o con la parmigiana di melenzane.
“Chiediamo all’amministrazione comunale di fare ciò si è già pensato a Firenze – rivela Sangiorgio – valorizzare il cibo locale nelle nuove aperture in centro storico con l’obiettivo di considerare il commercio alimentare un patrimonio da tutelare, alla pari di quello architettonico, per evitare di proporre solo attività enogastronomiche lontane dalla tradizione e dalla cultura locale”.
Coldiretti è pronta a sostenere questo percorso mettendo a disposizione i mercati degli agricoltori e la vasta rete di aziende agricole a vendita diretta. “Portare nei centri storici le specialità della tradizione gastronomica salernitana non ha solo un significato economico ma prima di tutto culturale – conclude Sangiorgio – stiamo assistendo ad un lento decadimento del centro storico cittadino e ad una desertificazione soprattutto nelle ore mattutine dove pub e locali sono chiusi, offrendo un’immagine della città non bella. Speriamo che vi sia una inversione di tendenza, più attenta alle aspettative dei cittadini e soprattutto dei turisti”.