Si chiude con l’ennesima stangata uno dei tanti capitoli dell’infinita saga giudiziaria che vede protagonista il clan Ascione-Papale, la cosca criminale con base e interessi tra Ercolano e Torre del Greco: il collegio C della settima sezione penale del tribunale di Napoli ha condannato Giovanni Cefariello, cognato del superboss Mario Papale.
Il 46enne di vico Moscardino – finito alla sbarra con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso perché ritenuto dall’Antimafia un soldato dei “siciliani” – ha incassato 11 anni di carcere in primo grado. Un verdetto pesantissimo per il marito di una sorella del boss.
Il processo che vede coinvolto Cefariello rappresenta uno stralcio della maxi-inchiesta che a luglio 2014 portò all’arresto, tra gli altri, di sicari e mandanti dell’omicidio di Giorgio Scarrone, fratello di un killer del clan Birra ucciso a Pugliano dal sicario pentito Salvatore Fiore l’11 febbraio del 2008. Le indagini meticolose messe in piedi dai carabinieri di Torre del Greco, culminate nel processo istruito dall’ex pm dell’Antimafia, Pierpaolo Filippelli e concluso dal pubblico ministero Sergio Ferrigno, hanno fatto luce – per gli inquirenti – anche sul ruolo che Cefariello avrebbe assunto all’interno dell’organigramma della cosca specializzata in droga e racket. Il 46enne – assolutamente estraneo alle dinamiche relative al delitto costato la vita a Giorgio Scarrone – è accusato di essere un «uomo di fiducia dei vertici del gruppo malavitoso» guidato dai fratelli Luigi, Alfio e Mario Papale.
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