Iscrizioni in serie C. Martina e Bellinzago escono di pista alla prima curva. Non hanno presentato nemmeno la domanda di iscrizione. Dei pugliesi si conoscevano, da tempo, le grandi difficoltà economiche. Le promesse di interventi dei tifosi, degli imprenditori e di alcuni carneadi prestati al calcio si sono infrante dinanzi alle realtà incontrovertibili di una gestione assurda. Voti pessimi per tutti, dall’avvocato Muschio Schiavone, al fuggitivo Tilia, al giovane carneade Piergiuseppe Sapio. Tutti dilettanti, sprovveduti, prestati al calcio.
La defezione del Bellinzago suona da accusa a tutto il sistema del calcio. Si conoscevano da tempo le insufficienti condizioni dello stadio del piccolo Comune novarese. Si sapeva anche, perché pubblicamente dichiarato dal suo presidente, che il Bellinzago non sarebbe stato in grado di affrontare l’onerosa gestione di un campionato professionistico. Questa la cosa più grave. A cosa è servito giocare e lottare per vincere una stagione intera? La serie D un campionato inutile. Ecco il perchè della necessità di riforme immediate. In tutte le categorie.
Dietro il Martina ed il Bellinzago sbandano in tanti. Una mappatura generale evidenzia che sul Como, che risulta abbia presentato regolare domanda di iscrizione, pende una richiesta di fallimento avanzata dai pm della Procura della Repubblica. È già stata fissata l’udienza per il prossimo 13 luglio. Il presidente del Perugia, Santopadre, risulta indagato per false fatturazioni emesse allo scopo di finanziare il club umbro per un valore di circa 90 milioni di euro. Il Brescia avrebbe notevoli difficoltà in merito ad una ricapitalizzazione di 8 milioni di euro.
In Lega Pro diversi club hanno presentato domanda di iscrizione incompleta, per quanto attiene ai rapporti con la Lega di competenza. Ad alcuni manca il deposito della fidejussione a qualcun altro anche la tassa di iscrizione. Partire ad handicap sta diventando un vanto. Sappiamo delle difficoltà di Paganese e Casertana. La domanda di iscrizione del Pavia si è fermata alla tassa di iscrizione ed alla fidejussione, manca ancora dell’altro. La Carrarese dovrebbe aver risolto tutti i sui problemi proprio sul filo di lana. Una diatriba, sul passaggio delle quote, tra il presidente Ponte e la signora Anna Durio, che è ricorsa ad un arbitrato, sta mettendo in dubbio la partecipazione del Siena al prossimo campionato.
Il Catania, per bocca del suo amministratore delegato Pietro Lo Monaco, ha accusato una piccola difficoltà, risolvibile sul rilascio della Fidejussione. Alle volte tra quella bancaria e quella assicurativa si possono creare dei disguidi di intralcio anche se di poco conto.
L’Arezzo si sta complicando la vita per un contrasto sorto in relazione al licenziamento di Eziolino Capuano. All’estroverso ed estroso allenatore non sarebbero state corrisposte le retribuzioni degli ultimi mesi, né sarebbero stati ottemperati gli obblighi relativi alla corrispondente contribuzione. Questa però sarebbe una competenza della Covisoc.
Come per le situazioni di bilancio che riguardano Modena, Lanciano e Lucchese, per esempio. Probabilmente ce ne saranno anche altre e potranno anche essere risolte nei termini. In questi giorni l’attenzione di tutti si è concentrata sulle pratiche delle iscrizioni. Non è però quello il problema più importante. Il vero nodo da sciogliere, per chi si trova inadempiente, è quello che riguarda il parametro Covisoc. Situazioni patrimoniali che impongono il ripianamento delle perdite e la ricapitalizzazione. Anche i più bravi nel giocare con le poste di bilancio alle volte non riescono trovare la soluzione se non versando il denaro occorrente. Una cosa non da poco, nell’attuale, con la carenza di circolante che si accusa a tutti i livelli.
Un quadro generale non proprio esaltante. La certezza, ormai conclamata, delle penalizzazioni ed il timore che non si riesca, chiama alla mano, a raggiungere il tetto delle sessanta squadre. Ci si sta incamminando verso un altro campionato di transizione. Dall’incedere economico traballante.
La sensazione, chiedo scusa la certezza, che la riforma (naturale) partirà proprio dalla serie C.
Ma sì, due bei gironi a venti squadre. Competitivi ed economicamente sostenibili. Chi non ce la dovesse fare, a casa. O in serie D…