ANGRI. «Mi stavo avvicinando al cancelletto di casa quando sono stata aggredita alle spalle da un uomo, mi sono difesa e siamo caduti a terra e allora ho visto che era il mio vicino. Aveva un coltello in mano. Mi ha strappato i pantaloncini e la maglietta e mi ha toccato»: è il disperato racconto di una ragazzina i 16 anni che martedì mattina, verso le 11,30, è stata aggredita da un uomo di 47 anni che voleva violentarla, nei pressi di casa al centro. A riportare la notizia, il quotidiano La Città.
Le urla della giovane hanno attirato il padre che era fuori a un cortile, nelle vicinanze di via Amendola, ed è successo il parapiglia. L’uomo ha bloccato il violentatore e per fargli lasciare la presa lo ha trascinato via. Il 47enne è scappato per evitare il linciaggio delle persone del vicinato ma è stato picchiato. Si è rifugiato in un vano lavanderia vicino a casa e i carabinieri lo hanno trovato con la testa sanguinante e un braccio rotto. La giovane, all’arrivo dei carabinieri, era appoggiata a un’automobile, in lacrime, con i vestiti strappati. Determinante l’intervento del padre che era poco distante, l’aiuto delle persone del vicinato e l’arrivo immediato dei carabinieri della stazione di Angri che – allertati da una telefonata – sono arrivati mentre ancora l’agitazione regnava sovrana. G.S.B. è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale e lesioni ai danni della ragazzina. Questa mattina sarà interrogato nella sezione detenuti dell’ospedale San Leonardo di Salerno dal gip alla presenza del suo avvocato, Fabio Carusone. A volerne l’arresto e la convalida in carcere il sostituto Roberto Lenza che vista la relazione dei carabinieri, le testimonianze acquisite e la pericolosità dell’uomo, già in passato denunciato per episodi di esibizionismo, ha chiesto che resti in carcere. La ragazzina stava rientrando a casa da sola quando è stata sorpresa alle spalle da un uomo. È stata lei, alcune ore dopo l’episodio, a raccontare. Si è liberata ed è caduta a terra insieme con il suo aggressore, un uomo robusto che lei ha riconosciuto subito. Era il vicino di casa, un personaggio che in passato aveva già dato problemi. «Lo conosco, è in cura al centro di igiene mentale a gennaio ha aggredito anche mio padre», ha detto la ragazzina. Quando l’uomo ha iniziato a strapparle i vestiti, la maglietta e i pantaloncini che aveva addosso, a palparle il seno e le parti intime pronunciando frasi sconce, la ragazzina ha gridato con tutto il fiato che aveva in gola.
Si è dimenata, ha spinto il suo aggressore tentando di difendersi. Il primo a vedere la scena un vicino di casa che ha urlato e l’uomo in tutta fretta ha cominciato a mollare la presa. Quelle grida hanno attirato anche l’attenzione del padre della ragazzina che era a pochi metri, e insieme al genitore sono arrivati altri vicini di casa.
Uno dei militari ha calmato la ragazzina e ha chiamato un’ambulanza. L’altro ha cercato il fuggitivo e lo ha trovato chiuso nella lavanderia, seduto su una sedia. Sanguinante. La prima richiesta che ha fatto è stata quella di ridargli il cellulare.