E’ stata seguita l’autopsia sul corpo di Marco Mongillo dal primario del Reparto di Medicina Legale, Carmine Lisi. I funerali del 20enne ucciso venerdì scorso da un colpo di pistola esploso da Antonio Zampella, 19 anni attualmente recluso in carcere, si sono svolti questa mattina presso la Chiesa del Buon Pastore a Caserta. Il compito di Lisi non era semplice, visto che doveva stabilire l’esatta proiezione del proiettile entrato nel cranio della vittima. L’esame tossicologico poi, è altrettanto importante, poiché se positivo, consoliderebbe il racconto della dinamica dei fatti resa dagli unici testimoni del delitto, ovvero i fratelli Zampella, Umberto recluso ai domiciliari e Antonio, autore materiale dello sparo mortale. I due, infatti, sin dall’inizio hanno raccontato di aver fatto uso di sostanze proibite durante il pranzo maledetto di venerdì. Marco Mongillo era stato trovato dai carabinieri appoggiato sulla poltrona d’ingresso dell’abitazione di Umberto Zampella con un occhio aperto, quasi fuori dall’orbita, e l’altro chiuso. Ciò che lascia insospettire gli inquirenti è la macchia di sangue trovata accanto alla porta d’ingresso dell’abitazione di Zampella, non proprio vicinissima alla poltrona. Ma non è l’unica circostanza che lascia perplessi. Anche la versione del fratello di Marco, ovvero Vincenzo Mongillo, non è chiara per gli inquirenti. È l’unica discordante con la ricostruzione di Antonio, assassino reo confesso, e del fratello Umberto, giunti per primi ai carabinieri di Caserta venerdì per costituirsi. Umberto Zampella, imputato per rapina in un processo in corte di Appello a Napoli,è ancora agli arresti domiciliari, a casa della madre, nonostante abbia violato tutti gli obblighi di legge previsti: non poteva incontrare altre persone, esclusi i più stretti familiari. Invece ha organizzato un pranzo e una fumata di spinelli.
CRONACA
14 luglio 2016
Marco. Eseguita l’autopsia, oggi i funerali