Un presunto episodio di razzismo o un eccesso di zelo. E’ il dilemma di un accadimento denunciato da un’operatrice del Centro Donna Giustizia di Ferrara. Lunedì scorso, intorno alle 9 del mattino, la donna si era recata alla casa di accoglienza nelle vicinanze della stazione, dove sono ospitate alcune ragazze richiedenti protezione internazionale. Una volta lì, la donna si accorge che una delle ospiti del centro aveva fortissimi dolori di stomaco, tali da non riuscire a reggersi in piedi e che quindi aveva bisogno di cure. La dipendente del centro l’ha quindi accompagnata, con non poca fatica, al piazzale della stazione da cui avrebbe preso un taxi fino all’ambulatorio medico. Ma accade qualcosa di inimmaginabile: “Il tassista di fronte alla richiesta di trasporto ha risposto molto sgarbatamente che non avrebbe caricato la ragazza in quanto il taxi non è un’ambulanza e lui non è un medico. L’operatrice ha risposto che la richiesta non era certo di curare la ragazza ma solo di accompagnarle dal medico di base presso l’acquedotto, così come da dovere di un autista che svolge un servizio pubblico cittadino”. L’automobilista però si è rifiutato e l’operatrice è stata costretta a chiamare un’ambulanza.
Vista la nazionalità dell’operatrice e della ragazza, entrambe nigeriane, si ipotizza che tale comportamento e inadempimento ai propri doveri sia dovuto ad una evidente discriminazione etnica e pertanto chiediamo che tale segnalazione venga presa in considerazione e venga seguita da una adeguata risposta.