BATTIPAGLIA – Un cavallo di ritorno e un legame di sangue rappresentano il filo conduttore tra l’operazione “Game over” e la retata in cui, nell’aprile dello scorso anno, finirono in manette quattro componenti della gang dei “palestrati”, ritenuti responsabili di estorsioni ai danni di imprenditori e operatori finanziari della Piana del Sele. Tra questi, un intermediario (che figura anche nelle carte di “Game over”) al quale venne presentata una richiesta di finanziamento di oltre 20mila euro, che però non andò a buon fine: iniziarono a quel punto ritorsioni e minacce, fino a che al malcapitato non venne sottratta l’automobile poi rivenduta, appunto, attraverso il metodo del cavallo di ritorno. Il mandante di quella richiesta era Franco Altieri di Eboli, mentre gli altri membri del gruppo arrestati erano Maurizio De Martino, Sergio Rainone (tra i cinque indagati di “Game over”) ed Emanuele Sessa. Quest’ultimo è il fratello di Francesco Sessa, anch’egli arrestato nell’ambito del blitz di ieri. Oltre al finanziatore, vittima della gang (a gennaio 2015) fu il titolare del supermercato Decò a Quadrivio di Campagna, cui vennero incendiati i carrelli della spese e le mura esterne dell’esercizio commerciale. In precedenza, a ottobre 2014, i quattro si erano accaniti contro la ProfessionalFin, sulla statale 19, lanciando contro la saracinesca una bomba carta.
CRONACA
15 luglio 2016
Estorsione nel nome del clan nella Piana del Sele, il legame di sangue con i “palestrati”