Doveva prendere parte all’affare per l’acquisto della società Bayers di Salerno, insieme ai due fratelli Angelo Della Gatta e Pasquale Della Gatta nonché al prestanome Dante Di Francescantonio. Ma, a un certo punto della trattativa, si trovò tagliato fuori e decise di vuotare il sacco sulle nuove “operazioni finanziarie” messe in piedi dagli armatori-vampiri per salvaguardare il proprio patrimonio dall’assalto dei creditori della Deiulemar compagnia di fatto. Dalle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Antonio Fiorentino del tribunale di Torre Annunziata a carico dei principali responsabili del fallimento da 800 milioni di euro – condannati in primo grado a 17 anni e due mesi di reclusione – spunta il primo “pentito” di una vicenda capace di tenere per 4 anni con il fiato sospeso 13.000 famiglie di risparmiatori. Si tratta del ragioniere Amedeo Malet, un intermediatore immobiliare legato da rapporti fiduciari con i due fratelli Angelo Della Gatta e Pasquale Della Gatta già a partire dalla fine degli anni Novanta. Un’amicizia di lunga data che non impedì agli armatori-vampiri di “tradire” il professionista, escluso dal redditizio affare di Sala Abbagnano dopo una serie di incontri – certificati da decine di tabulati telefonici nonché circa 50 mail scambiate tra Dante Di Francescantonio e i due fratelli – avvenuti a Torre del Greco, di cui uno direttamente a casa di Angelo Della Gatta. Dopo l’iscrizione nel registro degli indagati, Amedeo Malet decise di collaborare con gli investigatori e avanzare – già a metà febbraio 2016 – istanza di patteggiamento per “limitare i danni” dell’inchiesta. Sono tre, al momento, i verbali di interrogatorio agli atti della procura di Torre Annunziata: «Si tratta di dichiarazioni decisamente complete e dettagliate – sottolinea il gip Antonio Fiorentino – nonché puntualmente avvalorate da numerosi riscontri». A partire da una scrittura privata con cui Amedeo Malet venne indicato come procuratore di persona da nominare e da una mail – datata 4 novembre 2014 – spedita da Dante Di Francescantonio ai due armatori-vampiri. Insomma, il “pentito” potrebbe rappresentare la pietra angolare su cui fare leva per scoprire ulteriori operazioni finanziarie simili all’affare che – in caso di esito positivo – avrebbe consentito alla coppia di fratelli di fare “sparire” 500.000 euro da un patrimonio che, a breve, potrebbe essere “attaccato” dalle vittime del fallimento della società di fatto messa in piedi dagli esponenti delle famiglie Della Gatta, Iuliano e Lembo.
CRONACA
17 luglio 2016
Deiulemar, spunta un pentito. Le mail incastrano i vampiri