Si sono presentati all’interrogatorio di garanzia con il volto scavato e l’espressione distrutta. Tre giorni dietro le sbarre del carcere sono bastati a Pasquale Della Gatta e al fratello Angelo Della Gatta – finiti nuovamente in cella con l’accusa di avere fatto sparire 500.000 euro dal patrimonio della società di fatto composta dagli armatori della Deiulemar compagnia di navigazione – per perdere la sfrontatezza mostrata durante i 4 anni successivi al “grande crac” da 800 milioni di euro dell’ex banca privata di Torre del Greco. Visibilmente provato in viso, Pasquale Della Gatta ha scelto di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari. Diversa, invece, la scelta di Angelo Della Gatta. Il secondogenito del fondatore della Deiulemar compagnia di navigazione ha provato a spiegare il suo coinvolgimento nel cosiddetto “affare Bayres” relativo all’acquisto di quote per 4 milioni di euro di una società immobiliare. Al termine del faccia a faccia con il gip, entrambi gli indagati sono stati riportati in cella.
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