L’inferno di Paola si è consumato in una delle capanne che ospitano il presepe vivente di Pimonte. Pali di legno scuro e tetti in paglia. Ce ne sono una dozzina nella Valle Lavatoio che ogni Natale ospita migliaia di visitatori. Restano lì, anche d’estate. Ed erano lì anche ad aprile quando la ragazza e il figlio del boss si sono baciati per la prima volta. Paola sperava fosse una storia d’amore, è stata invece una storia orribile di violenze, silenzi e minacce. Alla fine il coraggio di raccontare tutto. «Entravano nella capanna a turno», dice la ragazzina di 15 anni. Nella capanna degli orrori che a Natale ospita la natività. Il racconto della vittima è agghiacciante. Seduta davanti ai carabinieri e al pm della Procura minorile scandisce con precisione, episodio per episodio, tutti gli stupri subiti. Colpa di un’amore non corrisposto evidentemente. Una relazione diventata solo un motivo per trascorrere il tempo con gli amici, abusando di una ragazza di 15 anni con rapporti sessuali completi. Nel suo racconto si legge lo sconforto di Paola, costretta a rapporti sessuali pur di non essere lasciata dal ragazzo di cui si era invaghita già dalla terza elementare.
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