«Finora ho incontrato gli studenti di oltre 30 scuole della provincia di Napoli e Caserta ed è stata un’esperienza unica, di confronto, con i giovani a cui la camorra va raccontata in maniera realistica ma leggera, come ho scelto di fare col mio libro». Catello Maresca, dal 1999 pm della Procura della Repubblica di Napoli, ha esordito così poco prima di iniziare la presentazione di “Mafia Capitale” (Giapeto editore) nella sede di Confesercenti Napoli insieme al presidente Vincenzo Schiavo.
Trenta scuole visitate finora e dove ha parlato ai giovani di camorra. Che bilancio traccia di questo tour editoriale?
«Ho incontrato tanti ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori, ma importante è partire anche prima, dalla scuola dell’infanzia, perché i bambini devono conoscere il sistema criminale da cui stare lontani. Gli incontri nelle scuole sono diventati, ogni volta, dibattiti, confronti dove gli studenti esternavano i loro dubbi e dove io ho cercato di spiegare loro come non farsi coinvolgere da quel sistema».
Che supporto può offrire un libro per parlare di camorra alle nuove generazioni?
«E’ un’attività che va di pari passo con quella giudiziaria nella lotta ai clan. Dobbiamo creare anticorpi sociali nei giovani, a partire dalla scuola primaria».
Lei ha scelto di raccontare la camorra con leggerezza, sbeffeggiandola quasi e attribuendole dei nomi “storpiati”. Come mai?
«Per far capire ai giovani che le mafie ingannano col falso mito della ricchezza e della prosperità, oltre che del rispetto che si ottiene con la pistola».