C’è chi ha già deciso una linea innocentista per il branco che ha violenta-to la 15enne di Pimonte. O almeno è quello che amici, parenti o semplici conoscenti tengono a comunicare sui social. Non un messaggio pubblico per la ragazzina finita nel mirino di 11 coetanei, fino ad avere rapporti plurimi e completi con tutti i componenti del branco. E sempre nella capanna degli orrori nella zona del presepe vivente. La solidarietà è tutta per loro: i presunti carnefici. Forse perché per molti hanno «solo un po’ esagerato», o comunque condividono la linea portata avanti nel corso dei primi interrogatori. Davanti al gip Piero Avallone del tribunale dei minori di Napoli ci sono già i primi minorenni indagati di violenza sessuale a difendersi: «Ma quale violenza, Paola (nome di fantasia, ndr) ci stava…». Una versione a cui la procura dei minori non ha mai creduto. Anche perchè da come si evince dalla richiesta d’arresto – la versione della ragazza coincide non solo con i video sequestrati sui cellulari dei presunti violentatori, ma anche dalla versione delle amiche, a cui raccontava tutto nei minimi particolari. Su Facebook amici e parenti dei giovani arrestati, ora rinchiusi nelle case famiglia di tutto il napoletano e il casertano, con chiare prescrizioni: senza utilizzare il pc e il cellulare, avendo contatti soltanto con i residenti nella casa. C’è chi invece dedica loro post sui social credendo alle parole di dichiararsi innocenti. Per molti quella dei 12 ragazzi presunti violentatori è stata solo una bravata e lo si evince dalle parole scritte sulle bacheche dei ragazzi. Ci sono addirittura le amiche a incitare e osannare il branco: «Non ci interessa di quello che la gente dice, siamo tutti con te» è uno dei post pubblicati a fare di uno dei capibranco. Oppure «un vero guerriero non si ferma mai». C’è chi tiene a far sapere che «ci mancate», pubblicando la foto del presunto branco al completo. E ancora «tutto passa» sul profilo di uno dei capi del gruppo, come se nulla fosse accaduto. Poi si passa agli insulti nei confronti della ragazzina vittima dello stupro di gruppo. E’ evidente che a Pimonte, tra i giovani, non c’è nemmeno il dubbio su come siano andare le cose: credono alla versione dei ragazzi del branco e niente più. Convinti magari che il racconto della 15enne sia stato alterato.
CRONACA
29 luglio 2016
Gragnano-Pimonte. Il branco osannato su fb dalle amiche: “Lei ci stava”