SCAFATI – Affari di famiglia, eredità, rapporti patrilineari: tre parole per raccontare l’ultima fase criminale nella città patria dell’ultimo latitante della nuova famiglia, Francesco Matrone alias “La belva”, esponente dell’omonimo sottogruppo venuto fuori dal superclan che sfidò “Il Professore” Raffaele Cutolo. Dopo alcuni anni trascorsi alla macchia, sfuggito all’esecuzione di alcune condanne, il nome di Matrone è rimasto in auge, utilizzato da giovani esecutori ed estorsori per imporre l’egemonia nella zona. I riferimenti con il clan di Pompei e Castellammare facente capo a Ferdinando Cesarano, storico irriducibile boss, fanno intuire l’asse che consente da sempre agli scafatesi di agire con una diversa forza, risultante dai rapporti di strettissima vicinanza con i Vesuviani poco distanti, compresi i sodali Torresi, gli stabiesi e i boschesi.
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