Scafati. «Via i malavitosi dalle società partecipate del Comune di Scafati». A chiederlo, attraverso una nota inviata lo scorso primo agosto ai manager delle aziende in house, è stato il sindaco Pasquale Aliberti. Una missiva arrivata dopo le ultime indiscrezioni dalla Procura Antimafia di Salerno che, dallo scorso 18 settembre, sta indagando sui presunti rapporti tra politica e criminalità nella città dell’Agro nocerino sarnese. Un’attività di indagine rafforzatasi con l’arrivo della Commissione d’Accesso agli atti, insiedatasi lo scorso 22 marzo scorso e guidata dal vice-prefetto Vincenzo Amendola, che proprio sui rapporti tra Comune e società partecipate ha basato il proprio lavoro.
Da qui la decisione del primo cittadino di scrivere ai vertici delle società partecipate dell’Ente di via Pietro Melchiade – Acse, Scafati Sviluppo, Agro Invest, Consorzio Farmaceutico intercomunale, Cstp e Patto territoriale dell’Agro – per chiedere una sorta di regolamentazione interna dopo le ultime vicende giudizarie che hanno portato il Pm Vincenzo Montemurro a formulare la richiesta per quattro arresti (Pasquale Aliberti, Nello Maurizio Aliberti, Gennaro e Luigi Ridosso) poi rigettata dal Gip Donatella Mancini. «Rivolgiamo richiesta di verifica dei requisiti di onorabilità e legalità del personale in servizio presso le società di cui siamo partner», ha scritto nel testo inviato lunedì scorso. «Quanto innanzi per aver appreso, da articoli di diversi quotidiani diversi, che ci sarebbero parenti di malavitosi nelle strutture societarie del Comune. Pertanto si invita a una verifica delle persone che hanno rapporti con la Pubblica Amministrazione, dando conferma dell’avvenuta verifica in relazione del permanere dei carichi pendenti e casellario giudiziario».