La Regione si mobilita nel settore della protezione civile. Ampio spazio è dedicato nel Dfr al tema, sottolineando la necessità di garantire la piena operatività dei presidi comprensoriali, provinciali e territoriali di Protezione Civile finanziati con fondi europei e in attesa dei certificati di agibilità e dei collaudi. Nelle intenzioni della Regione tali presidi diventeranno «vere e proprie cittadelle della protezione civile». Tra gli obiettivi che la Campania intende perseguire c’è la creazione delle condizioni economico-amministrative affinché ciascun Comune si doti di una pianificazione di emergenza aggiornata sui rischi naturali e an-tropici del territorio. Una pioggia di fondi fu stanziata dall’ex assessore al ramo Eduardo Cosenza. I Comuni che hanno fatto richiesta dei finanziamenti sono 530 ma la maggior parte non ha completato il progetto presentato. Un altro obiettivo descritto nel Defr è promuovere le sinergie operative tra le varie strutture di soccorso con il potenziamento della dotazione di mezzi e strumenti ido-nei, nonché delle attrezzature e dei beni per l’allestimento di aree, campi base e poli logistici destinati agli interventi in emergenza. Il territorio campano, come noto, è soggetto a forte rischio idrogeologico per cui la Regione ritiene necessario attuare una serie di interventi per mitigarlo, favorendo la messa in sicurezza del territorio e la prevenzione dei rischi connessi a eventi franosi, alluvioni ed erosioni costiere. In tale direzione vanno anche gli stanziamenti inseriti nel Patto per la Campania, siglato da Renzi e De Luca, con 150 milioni per interventi sul dissesto idrogeologico, 89 milioni per il progetto di ripascimento del Golfo di Salerno e 196 milioni per il grande progetto della riqualificazione del fiume Sarno. Il tutto in un quadro di ammoderna-mento con l’ informatizzazione delle procedure connesse agli adempi-menti regionali in materia di difesa del territorio dal rischio sismico. Circa 120 milioni saranno destinati a studi di microzonizzazione sismica per conoscere la risposta dei terreni in occasione di eventi sismici, a interventi di adeguamento sismico o demolizione/ricostruzione di edifici pubblici e infrastrutture con funzioni strategiche nonché a interventi di riduzione del rischio su edifici privati. Ruolo di primo piano alla pianificazione di emergenza per la mitigazione del rischio vulcanico del Vesuvio e dei Campi Flegrei. In questo caso, si tratta di dar seguito alle attività già avviate. In particolare, la struttura regionale è impegnata nel coordinamento delle attività di pianificazione degli enti locali per il piano di allontanamento di circa 675 mila abitanti dall’area vesuviana e di 550 mila abitanti residenti in zona flegrea.
POLITICA
12 agosto 2016
Vesuvio e fiume Sarno: arrivano 300 milioni per la sicurezza