«Gli ho chiesto di sposarci, non con un whatsapp, ma con un sms almeno in questo sono stato un po’ più tradizionale». Antonello Sannino scherza ed anche se tra i due è lui quello più abituato ai riflettori, essendo anche presidente dell’Arcigay Napoli, i suoi occhi ieri alla celebrazione della promessa erano emozionati quanto quelli di Danilo Di Leo, ballerino del San Carlo, il più timido. «Avrei preferito una cerimonia più intima senza tutte queste telecamere – dice Danilo – ma era inevitabile, la nostra è la prima unione civile dopo l’approvazione della legge Cirinnà in Italia. Ma mi auguro che le altre che verranno saranno più normali, anche se non amo tanto questa parola perché penso che tutto è diverso». Un po’ teso per tutti quei flash, Danilo riesce a sciogliersi un po’ solo quando racconta di come ha conosciuto Antonello sei anni fa. «Abitiamo entrambi a Torre Annunziata l’uno a 200 metri dall’altro – dice –. Ci siamo incontrati in un bar e siamo diventati prima amici, poi come fratelli e infine compagni di vita e di viaggio». La camicia sembra ancora più bianca quando arrossisce un po’ alla domanda se vuole adottare un figlio. «Per ora non me la sento, forse perché ho appena trent’anni, ma Antonello invece già vorrebbe». Come in tutte le coppie hanno i loro tempi diversi, i loro spazi e i loro caratteri che ogni giorno in un lavoro costante per restare insieme bisogna cercare di far combaciare in un giusto equilibrio. «Abbiamo avuto le nostre litigate – dice Antonello col sorriso sulle labbra in quello che ieri è stato uno dei giorni più importanti della loro storia – i nostri lascia e prendi, ma proprio in quei momenti quando abbiamo continuato a cercarci ho capito che era lui la persona giusta». Ecco perché i momenti più belli per lui sono stati senza dubbio i gay pride «quando stanchi e sfiniti circondati prima da tante persone, pieni di adrenalina, poi mi ritrovavo solo con Danilo sentivo fortemente quanto era importante condividere le paure, le gioie con la persona che ami». E che da ieri è il suo promesso sposo. In realtà avevano già pensato di andare a convivere insieme a settembre, poi l’approvazione della legge è sembrato un segnale. «Gli ho scritto “Che ne dici se ci sposiamo?” una proposta nata all’improvviso ma data la nostra storia solida non certo un’improvvisata» dice Antonello che sì un figlio vorrebbe adottarlo. «Su questo la legge italiana è ancora carente, anche nei diritti per i single. D’altra parte le coppie omosessuali proprio perchè non possono avere figli per certi versi hanno un collante più solido di chi spesso lo cerca in un bambino o resta insieme solo per questo».
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