Andrea Ridosso, il giovane laureato figlio di Salvatore e fratello di Anna (anche lei indagata), verrà ascoltato dal Pm Vincenzo Montemurro. L’indagato nell’inchiesta Antimafia per verificare i rapporti tra politica e clan a Scafati, infatti, dopo la pausa ferragostana sarà interrogato dal magistrato, su richiesta del proprio legale, l’avvocato Michele Sarno. L’obiettivo è chiarire la propria posizione nel procedimento aperto lo scorso 18 settembre e che lo vede coinvolto con altre 11 persone. Il 7 luglio anche lui venne da una perquisizione domiciliare.
Andrea Ridosso viene tirato in ballo dal pentito Alfonso Loreto junior in un contesto abbastanza preciso. Secondo le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia, infatti, nel 2013 i Loreto-Ridosso decisero di appoggiare Pasquale Aliberti. Un sostegno elettorale che sarebbe stato accettato dall’attuale primo cittadino durante in un incontro nella sua villa, in via Aquino, a cui presero parte Andrea Ridosso e Lello Lupo, anche lui tra le persone perquisite durante l’ultimo blitz della Dia in città. L’imprenditore ed ex consigliere comunale ha raccontato in prima persona i fatti ai magistrati e in questo procedimento dunque compare come parte offesa. Ad Aliberti fu proposto di candidare Andrea Ridosso in una delle sue liste. Il sindaco, però, per timore di attacchi dall’opposizione, chiese di puntare su un candidato diverso. E così che si optò su Roberto Barchiesi, parente della ex moglie di Loreto junior. L’attuale esponente della maggioranza, anche lui indagato, venne eletto con 300 preferenze. Voti che secondo il pentito sarebbero stati procurati dal clan. Il tutto in cambio di interessi e favori, che però non si concretizzarono dopo l’elezione. Aliberti infatti non riservò alcun vantaggio a Barchiesi, che, pressato dal clan, si dimise mettendo in crisi la maggioranza. Il capogruppo della civica “Grande Scafati” però ritorno sui suoi passi lasciandosi convincere dal sindaco e facendo infuriare la cosca. Così avvenne l’episodio del pestaggio a Barchiesi, con il consigliere che dopo il raid al bar “Carluccio o’ napoletano”, chiese al sindaco di rispettare i patti. Ma la gestione del verde pubblico in Villa comunale, del valore di 12mila euro l’anno circa, fu risultata insoddisfacente dal clan. Una situazione incandescente, con Barchiesi che subì un altro pestaggio e venne minacciato di morte a casa di Loreto, perché sorpreso con un registratore. Solo allora, grazie all’interessamento di Aliberti, Andrea Ridosso fu assunto al Piano di Zona S1 che vede Scafati come Comune capofila.
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