Un tempo, nemmeno troppo lontano, in gergo li chiamavano «bozzatori». Era questo il soprannome da strada dei ricettatori. Li trovavi agli angoli dei bar, nelle zone a ridosso di mercati rionali. A loro potevi chiedere di tutto. Dallo stereo per auto, alla macchina fotografica. L’era digitale ha poi cambiato le dinamiche del mercato nero. I criminali da strada hanno però aguzzato l’ingegno. E i social network hanno fornito loro un terreno perfetto per gli affari. Sono centinaia, se non migliaia, i gruppi su Facebook dedicati ai cosiddetti mercatini dell’usato. Piazze virtuali, divise per comuni, quartieri, dove ognuno può mettere in vendita (“vetrina”, si chiama in gergo) ciò di cui si vuole disfare. E in tempi di crisi l’utenza aumenta di giorno in giorno. È in questo scenario che si muovono i nuovi «bozzatori», i ricettatori 2.0. Gli annunci online sono gratis e per entrare nel giro basta creare un profilo “fake”: falso. Una foto presa dal web, un nome di fantasia ed il gioco è fatto. Ecco, allora, che ci si imbatte in strani annunci di vendita. Come quello di una Fiat Punto «marciante, perfetta, in ottimo stato» a soli 200 euro. L’auto è «visibile» a Giugliano in Campania ma c’è un dettaglio. «Vendo solo a pezzi», specifica l’autore del post. E a chi insiste per acquistare la vettura per intero «Vengo a ritirarla, la prendo tutta» l’uomo risponde «Non è possibile, il libretto non c’è… è sequestrato». Così nasce e si sviluppa l’illegalità nelle maglie dei social network. Un’auto messa in vendita «a pezzi» sui mercatini dell’usato di Facebook ha vita breve. In meno di quattro ore c’è chi acquista un sedile per 50 euro, una scatola dello sterzo per 30, un radiatore per 20. Altri chiedono di poter comprare «ruote e cerchi» o ancora «il cambio». L’utilitaria viene “spolpata”, ridotta ad uno scheletro in meno di una giornata e dell’eventuale furto della vettura non resta traccia se non nella denuncia del malcapitato.
CRONACA
14 agosto 2016
«Vendo auto solo a pezzi», così i ricettatori fanno affari su Fb