DARIO CIOFFI (dall’inviato)
L’ombra lunga del campionato offusca l’animo d’una squadra orgogliosa, tignosa, però palesemente incompleta per godersi il mare di Ferragosto senza l’ansia di chi guardando la panchina si ritrova quasi il nulla. Sannino, che dal suo avvento ha bussato a rinforzi con la discrezione d’un postino garbato, ha detto senza troppi giri di parole che «siamo in 13». Pochini, a 12 giorni dalla trasferta di La Spezia. La Salernitana che saluta la Tim Cup con l’umanissimo rimpianto d’esser stata beffata ai rigori, però senza dannarsi più del dovuto per un trofeo effimero (quasi inutile per le squadre di B), ora ha bisogno d’alternative, di rinforzi, di soluzioni su cui lavorare.
E tra le pieghe delle parole del suo tecnico c’è pure la preoccupazione per la tempistica. È in arrivo Rosina – tormentone ch’è andato persino oltre la fatidica domanda «che fai a Ferragosto?», cui ciascuno oggi in un senso o nell’altro dovrà dar risposta – però il trainer d’Ottaviano è stato chiaro: «Non pensiamo che Alessandro sia la panacea. S’è allenato da solo, bisogna valutarne la condizione». Un “warning” a se stesso ma un avvertimento pure alla società: ogni giorno perso sarà potenziale zavorra in chiave campionato. Pericoli da scongiurare, per non rischiare di cadere in contraddizione, bruciando la buona partenza avuta all’alba del mercato, fatta di conferme nei ruoli giusti e qualche valido innesto sulle fasce. L’avvio è stato incoraggiante, il seguito ancora s’aspetta. Anche perché intanto gli scenari sono mutevoli.
Franco e Rossi, che sarebbero state valide alternative a Vitale sull’out mancino, son stati messi alla porta. La coppia d’attacco Coda-Donnarumma se si guarda indietro vede il vuoto. E sugli esterni c’è voluto il “gran rifiuto” al Foggia di Zito per non arrivare alla domenica di Coppa a Gubbio con un buco a sinistra che neppure la fantasia sarebbe riuscita a colmare. Insomma, tocca spingere. E far in fretta. La Spezia è “dopodomani”, e solo per il calendario sarà calcio d’agosto.